Si sono concluse ieri le conferenze riguardanti gli artisti presenti nella mostra-pinacoteca I colori delle Emozioni a Palazzo Pistilli da poco aperto dalla Soprintendeza per i beni artistici del Molise. A riguardo volevo pubblicare due articoli integrali del giornalista Paolo Giordano, usciti in parte tagliati qualche settimana fa sul Quotidiano del Molise.
Immediatamente,
dopo aver varcato l’ingresso di Palazzo Pistilli, si comprende quanto a volte
poco basti per un evento… epocale! Già trent’anni fa (tanto indietro va la
nostra memoria) il dott. Michele Praitano si crucciava di non trovare riscontri
al desiderio di donare la sua pinacoteca, una vasta collezione arricchitasi
ulteriormente negli ultimi decenni, che si voleva, però, restasse nel Capoluogo
molisano. Con la nascita della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici
ecco finalmente il giusto interlocutore! Pietra miliare, per realizzare il
sogno di una Città della Cultura, è la mostra “I colori delle emozioni, il
collezionismo di Eliseo e Praitano per Campobasso e per il Molise”, in cui sono
esposti 55 capolavori tra quelli della donazione Praitano e quelli della “Eliseo”,
proprietà dell’Amministrazione Provinciale, prezioso partner in quest’occasione.
Il nuovo spazio museale sarà aperto tutti i giorni (tranne il sabato),
domeniche incluse, grazie alla disponibilità ed allo spirito collaborativo del
personale MiBAC. Non necessitano quindi Grandi,
a volte Inutilizzati, Locali, ma bisogna voler veramente
raggiungere traguardi concreti. E’ un museo d’ambiente che ricorda una casa
borghese, classe sociale di cui esalta appunto la vocazione al collezionismo.
Si è solo alla prima fase di un progetto che prevede l’ampliamento in locali
sottostanti. Il percorso della Mostra è suddiviso in 4 macrosezioni contenenti
una selezione delle raccolte dei due ricercatori. Si inizia evidenziando l’attenzione
verso la pittura napoletana ed italiana a partire dal Barocco, quando Napoli
era un laboratorio artistico di primaria importanza europea, fino al
Contemporaneo: dalla scuola di Luca Giordano a Trivisonno, Scarano ed Annigoni.
Gli
artisti italiani, e quindi molisani, furono attratti dal dinamismo culturale
parigino e dal mercato d’oltralpe. Sulla Senna era possibile eseguire ricerche artistiche
che, pur nella varietà delle interpretazioni, avevano come costante
caratteristica l’immersione nella realtà. L’avvicinamento al vero, la
raffigurazione di una Natura lontana dalle idealizzazioni del paesaggio
classico, emerge dalle vedute, dalle nature morte, dalle scene di vita
contadina e borghese esposte nelle sale di salita San Bartolomeo. In Francia il
processo culminò con l’impressionismo (a Campobasso Ragione e Scoppetta),
mentre per gli italiani si avviò una ricerca dell’identità individuale (affermazione
della propria poetica) e collettiva (la formazione della coscienza unitaria
nazionale del giovane Stato). Particolare l’esperienza in controtendenza di
Charles Moulin che dalla Francia trovò ragione d’essere a Castelnuovo al
Volturno. Il suo volto appare nella sezione “allo specchio”, tra ritratti ed
autoritratti. Ritrattistica anche nelle restanti stanze, dove “i dipinti ci
guardano” tra classicità e modernità. Natura e figure sono percepite e
rappresentate nella loro assolutezza, base della classicità, oppure messe in
discussione e stravolte dai Moderni, che sono nell’ultimo ambiente della
Mostra.
Per
tutto il mese di giugno, indispensabile corollario, saranno organizzate
coinvolgenti conferenze attraverso le quali ci si potrà ulteriormente
“impossessare” dei tesori custoditi in Palazzo Pistilli. Gli appuntamenti si
terranno alle ore 21 in piazzetta Iapoce, a partire da oggi 7, come naturale
prosieguo della mostra “I Colori delle Emozioni”.
Paolo Giordano
La
sera del 7 giugno, nella suggestiva ambientazione della storica piazzetta
Iapoce, complice una gradevole serata di inizio estate, si è inaugurato il
ciclo di conferenze a corredo della mostra “I Colori delle Emozioni”, ospitata
in Palazzo Pistilli a Campobasso. Dopo i saluti del direttore regionale per i
Beni Culturali Gino Famiglietti, del presidente della Provincia Rosario de
Matteis e del Soprintendente Daniele Ferrara, protagonista è stato Michele
Praitano, dentista di professione, storico, artista e collezionista per
vocazione. Il dott Michele ha piacevolmente narrato della “Nascita di una
collezione” ripercorrendo i circa 50 anni in cui ha raccolto i capolavori, oggi
donati alla collettività, viaggiando per l’Italia, incontrando antiquari da cui
acquistare ed artisti a cui commissionare. Tante le storie! Dalle scoperte di
firme importanti sotto vecchie cornici all’autoritratto pagato con una
dentiera. Dall’emozione provata nel toccare, nel caveau di una banca a Torino,
l’autoritratto di Leonardo da Vinci all’aver nascosto, arrotolandole in un
giornale, due “scene di battaglia” del XVIII, per celare all’adorata moglie un
suo ennesimo “folle” acquisto. Epici gli incontri con Gigino e Lorenzo, i due
fornitori “a domicilio” di opere, come la “Suonatrice di chitarra” di Gaetano
Esposito, pagato negli anni ’70 un decimo del suo valore e che riporta alla
memoria il brutto incidente stradale del 1972. Oltremodo ilare l’arresto di
Silvestro Pistolesi, allievo di Annigoni, prelevato dalla polizia di Campobasso
poiché si aggirava con mantello e cappellaccio in città. Il Praitano, che
l’aveva invitato in Molise, dovette scagionarlo. Decine gli incontri!
Tredicenne rimase seduto per ore nella campagna di Castelbottaccio, accanto ad
Arnaldo De Lisio, che dipingeva con il cavalletto en plein air. Anni dopo vide
“La Strega” su di una rivista, ed allora volle conoscere Annigoni, che incontrò
a Firenze. Fu, poi, un’esposizione sui generis, nel pastificio Guacci di
Campobasso, a spingerlo sulle tracce di Clemente Tafuri. Il maestro doveva
essere a Salerno, dove Praitano si era recato con lo zio Ottavio Eliseo. Tafuri,
invece, viveva da tempo a Genova. Giunti dunque in Liguria dovettero attendere
il tramonto poiché, su una mattonella di Vietri, all’ingresso della villa era
scritto “Al visitatore… sei benvenuto al calar del sole”. Qui, trattando con la
di lui moglie napoletana, ben lieta dell’incontro con dei conterranei, riuscì a
comprare un autoritratto del coniuge a lei dedicato: “Ad Anna la sceicca, dallo
sceicco Clemente”. Un altro “colpaccio” fu l’acquisizione del ritratto di Paolo
Diodati, di Giacomo Grosso. Lo ottenne, con un piccolo “misfatto”, dalla vedova
di Tito Diodati (figlio di Paolo) esperto d’arte, primo storico fornitore
napoletano del Nostro, “millantando” una trattativa in corso.
Iniziatore,
compagno e mentore fu da sempre Giuseppe Ottavio Eliseo, altro grande
collezionista, la cui raccolta è di proprietà della Provincia. Egli guidò il
nipote Michelino lungo la via del collezionismo borghese. A sua volta era stato
affascinato ed ispirato da Giuseppe Barone, fondatore del Museo di Baranello. Tutte
personalità animate dallo spirito degli Umanisti, che nel Rinascimento donarono
i loro beni alla collettività, trasmettendo, con alto senso civico, amore per
la cultura e passione per l’arte. E proprio nel rispetto del collezionismo
borghese Palazzo Pistilli verrà con il tempo arricchito da mobilio d’epoca che
doni anima all’ambiente, rendendolo ancor più vicino a quello delle case
ottocentesche campobassane. L’obiettivo principale è la conoscenza del nostro
passato attraverso un percorso che dal barocco arriva ai nostri giorni. Solo così,
recuperando la nostra identità e la coscienza della ricchezza culturale,
storica ed artistica del territorio, sarà possibile costruire il Futuro. “I
Colori delle Emozioni” è un “corso di storia dell’arte” che permetterà di
“uscire al mondo” con idee chiare su cultura e movimenti artistici. Poi, se
questa mostra concorrerà anche ad uno sviluppo turistico… ben venga. Il Molise
non teme confronti, disponendo di risorse ed attrazioni… dal paleolitico
all’arte contemporanea.
Paolo Giordano
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