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mercoledì 2 agosto 2017

Iconico - Aniconico


Sabato 5 agosto alle 18, nella sede di Palazzo Maucieri a Bonefro sarà inaugurata la mostra di arte contemporanea "Iconico Aniconico Luigi Mastrangelo e Vincenzo Mascia". L’esposizione sarà aperta fino al 24 agosto e rientra nel calendario dell’estate di Bonefro.

LUIGI MASTRANGELO
Nasce nel 1958 a Santa Croce di Magliano. Si trasferisce a Bologna nel 1984. Numerose le mostre e le esperienze di ricerca dell’artista, costantemente legate ad una visione del tutto moderna di temi culturali classici e contemporanei e realizzate nelle tecniche più diverse, dalla pittura al mosaico al vetro. Mastrangelo è inserito fra le figure di spicco del movimento della pittura mediale di Gabriele Perretta. I suoi soggetti sono principalmente autoritratti edonistici, in forme e colori surreali, inseriti in contesti naturalistici o decorativi, che attingono spesso al mito ricreandolo modernamente. Fra le fonti d’ispirazione della sua originale ricerca la pittura preraffaellita e simbolista, ma anche l’immaginario New Age degli anni ottanta e l’estetica più attuale. Tra le mostre più significative a cui ha partecipato, ricordiamo ‘Il cangiante’ al Pac di Milano nel 1986, ‘Spunti di giovane arte italiana’ a cura di Corrado Levi a Milano e Madrid nel 1987, la personale alla Galleria Massari di Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1988, ‘Icastica’ alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1994, nella stessa sede ‘Officina Italia’ a cura di Renato Barilli nel 1997 e ‘Arte italiana, ultimi quarant’anni – Pittura iconica’ a cura di Danilo Eccher e Dede Auregli nel 1997, ‘Codici virtuali’ a cura di Peter Weiermair e Alice Rubbini alla Salara di Bologna nel 2000.

VINCENZO MASCIA
Nasce nel 1957 a Santa Croce di Magliano, ove attualmente vive e lavora.
Artista e architetto si è formato negli anni Ottanta a Roma, allievo, nel corso di istituzioni di storia dell’arte della facoltà di Architettura di Valle Giulia, di Filiberto Menna, attento indagatore dei sistemi linguistici dell’arte contemporanea e teorico della pittura analitica. Fin dagli esordi la ricerca di Mascia si è indirizzata verso l’arte non figurativa, sulla scia di una naturale inclinazione per gli esiti del neoplasticismo olandese, delle Avanguardie russe, dell’arte concettuale e del Concretismo.
Il contatto con l’ambiente milanese, soprattutto con la Galleria Arte Struktura diretta da Anna Canali, ha favorito l’adesione al movimento Madì nel 1996, ed è proprio all’interno della galleria milanese, sede espositiva italiana del Madì, che nelle sue opere si è realizzata quella sintesi complessa tra istanza culturale del movimento, nato a Buenos Aires nel 1946 e la personale aspirazione a un’arte in grado di produrre oggetti con un’identità propria e indipendente dall’interpretazione mimetica o simbolica della realtà, oggetti estroflessi, articolati con incastri e geometrie insolite.
“Non mi sento pittore, designer piuttosto. I miei lavori li concepisco come prototipi di una produzione seriale.
Un oggetto di design è tanto più vero quanto più esso entra nella nostra quotidianità senza stravolgerla.
Nei miei lavori allo stesso modo ricerco la banalità.
L’oggetto accompagna la nostra vita con la sua anonima, muta e rassicurante presenza”.
Vincenzo Mascia, 1995

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