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sabato 24 dicembre 2011

Papiroflexia - interviste agli artisti

Gli artisti parlano delle opere che hanno deciso di esporre alla mostra "Papiroflexia" che si sta svolgendo
all'ARATRO. 

giovedì 22 dicembre 2011

Rete Atelier Molise

RETE ATELIER MOLISE

21 – 22 – 23
DICEMBRE 2011

21 COLLETORTO: SACRED
Chiesa del Purgatorio (Corso Vittorio Emanuele)
ore 19.00
Programmi e prospettive dell’arte in Molise (conferenza stampa)

22 BONEFRO: MADE IN MOLISE
Palazzo Maucieri Museum (Via Roma)

23 SANTA CROCE DI MAGLIANO: INVERNO
SACROCAM
(ex Municipio)

..

a cura di Luigi Mastrangelo

Apre in Molise la prima rete di musei d’arte contemporanea presente in Italia.
Mercoledì 21 dicembre alle ore 19:00 a Colletorto (CB), in una conferenza stampa con alcuni dei principali rappresentanti istituzionali locali e regionali, verrà presentata Rete Atelier Molise.

L’idea è quella di creare tanti piccoli musei d’arte interconnessi e coordinati tra loro. Un’idea capace di adattarsi ad un territorio frammentato come il Molise e in grado di creare prodotti espositivi di grande qualità. “Da diversi anni, stiamo lavorando ad un’idea molto innovativa, che ha ricevuto consensi a livello nazionale. Prendendo spunto dalla rete – afferma il responsabile del progetto Luigi Mastrangelo: Vogliamo creare tanti piccoli centri espositivi a carattere monografico, capaci di incidere positivamente sul territorio, diffondendo la cultura dell’arte visiva contemporanea con un occhio di riguardo alle caratteristiche dei luoghi, alla loro cultura e via dicendo..”
Oltre che creare dei centri in grado di utilizzare proficuamente strutture pubbliche di difficile collocazione, creando delle collezioni d’arte in grado di dialogare con le dinamiche del territorio in maniera proficua.
Durante il periodo natalizio verrà inaugurato il primo abbozzo della rete: le prime 3 strutture espositive che ci si augura diverranno volano di una più capillare rete di musei in grado di far veicolare l’arte contemporanea.

La Rete ha in sé la caratteristica di essere inclusiva e trasversale, e questo messaggio di fondo sembra coinvolgere tutti: gli organi istituzionali a tutti i livelli e le persone“ .

Il 21 dicembre, a Colletorto verrà presentato il nuovo centro Co.Co.Co (colletorto contemporary collection), che si unisce ai già inaugurati centri Sacrocam di Santa Croce di Magliano e Pm2 di Bonefro.
“Ho incontrato grande sensibilità da parte delle istituzioni – continua Mastrangelo – la nostra visione di creare un museo funzionale, economico, vicino alle persone, ma anche innovativo nella formula e di alta qualità, ha incontrato il consenso di tante persone, ma anche degli organi istituzionali come la Provincia, la Fondazione Molise Cultura, le amministrazioni comunali“.

Nella nuova sede di Colletorto vi sarà la collezione permanente legata al sacro “è stato chiesto ad artisti contemporanei di interpretare il senso della spiritualità – afferma Mastrangelo – questo perché la sede espositiva è una vecchia chiesa sconsacrata di grande bellezza e grande fascino (la chiesa del Purgatorio). Vedere come l’arte d’oggi interpreti i temi della religione è veramente interessante. Si passa dal sublime al provocatorio. L’energia e la capacità di Michelina Spina, ci hanno permesso di creare un allestimento molto innovativo, che sospende le opere, e che permettono una fruizione dei quadri inedita”.

Il 22 dicembre la Rete Atelier Molise, con il supporto dell’assessore alla cultura Claudia Lalli, apre il PM2 di Bonefro, sede già inaugurata l’estate scorsa, insieme alla mostra permanente Cover, vi sarà una ricognizione della produzione dei più promettentiartisti molisani.

Il 23 a Santa Croce di Magliano: Collezione permanente del SacroCam Museum (Santa Croce Contemporary art Museum). Un tuffo nella cultura tradizionale e nella nostalgia del passato attraverso il tributo a Pietro Mastrangelo. Una raccolta di opere legate all’Inverno come veniva vissuto attraverso gli scenari, le tradizioni di una volta. Un modo per ripercorrere la storia del territorio attraverso gli occhi poetici di un grande artista santacrocese, che è stato in grado di interpretare la bellezza della cultura contadina. Alle 21;00 ad accompagnare l’evento di apertura della mostra ci sarà l’interpretazione di poesie tradizionali da parte della compagnia di teatro tradizionale Sceme Sembe Nuije.

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informazioni utili:
www.santacroceonline.com/2010/news/mar/1_15/sacrocam/index.htm
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=24447&IDCategoria=204

Fonte: Movoloco

martedì 20 dicembre 2011

Interviste

Tre interessanti interviste su Movoloco a tre artisti molisani che recentemente hanno partecipato alla collettiva Autumn Contamination.

Intervista a Giacinto Occhionero

“Esistono solo tre esseri rispettabili:
il prete, il guerriero, il poeta.
Sapere, uccidere e creare”
(Baudelaire)








"Quella condizione dell’eroe la cui tragedia
non dipende da un’azione compiuta
ma da un’azione da compiere”









"Tu vivi di superfici. Quando sembri profondo è perché ne incastri molte, e combini l’apparenza di un solido – un solido che se fosse solido non potrebbe stare in piedi (…) – quello che gli altri chiamano profondità è solo un tesseract, un cubo tetradimensionale. Entri da un lato esci dall’altro, e ti trovi in un universo che non può coesitere col tuo”

                                                                                     (Umberto Eco, Il pendolo di Foucault)

lunedì 19 dicembre 2011

Luca Pop - Le cose fatte bene son poche - The making of


http://www.lucapontarelli.com/

150 artisti a Berlino

Si chiude oggi a Palazzo Italia a Berlino la rassegna Cibo e…dintorni, una manifestazione che parte dal cibo ma va oltre volendo presentare al meglio le eccellenze e le “novità” del Made in Italy. Grazie all’interessamento del Gruppo Tamarin (che per l’occasione ha ristampato anche il catalogo), in collaborazione con Fiera Milano e Confimprese e col patrocinio del comune diRocchetta a Volturno, è stata presentata nella capitale tedesca anche l’esposizione internazionale collettiva “150 Artisti per l’Unità d’Italia”. 

Si tratta di una mostra caleidoscopica sul tema dell’unità nazionale che festeggia nel 2011 il suo 150esimo anniversario. Nata da un’idea di Michele Peri la collezione è di proprietà del comune di Rocchetta ed è arrivata in Germania, presso al prestigiosa sede di Palazzo Italia, proprio a ridosso delle festività natalizie e in un’occasione di indubbio prestigio. Le opere sono lavori grafici, spesso astratti, raccolti intorno al comune denominatore dei tre colori della bandiera italiana. Un viaggio nella memoria passata e nelle speranze future per riflettere sul rapporto tra l’uomo e la terra in questo ultimo secolo e mezzo di grandi trasformazioni.

All’inaugurazione era presenti il sindaco di Rocchetta, Antonio Izzi, l’artista e ideatore della mostra, Michele Peri, e il curatore Tommaso Evangelista. Latrasferta berlinese è stata un’occasione di proficui scambi culturali e un momento significativo per una piccola realtà come il comune di Rocchetta a Volturno che, credendo fortemente in un’idea all’inizio quasi utopica, è riuscito a realizzare un evento di indubbio spessore culturale coinvolgendo ben 150 artisti (7 per ogni regione e 10 stranieri) in un lavoro di rielaborazione cromatica sul tricolore e, per traslato, di riflessione sullo stato attuale della società italiana.

“L’Unità d’Italia come punto di partenza per una più completa unità globale. E’ stata questa idea, alla base della Mostra voluta dal comune di Rocchetta a Volturno, ad attrarre la nostra attenzione come galleristi. Pertanto- dichiaraValentina Tortora, responsabile di Tamarin Arte Gallery- abbiamo inteso condividere il messaggio e promuovere l’iniziativa artistica presentando le 150 opere in due momenti strettamente legati: la vetrina internazionale di “Palazzo Italia”a Berlino e la successiva esposizione presso la nostra Tamarin Arte Gallery”.

La mostra infatti, dopo la trasferta berlinese, tornerà in Italia per essere esposta dal 12 gennaio prossimo presso la sede di Tamarin Arte Gallery dove resterà aperta al pubblico (orari 9-13 e 14-19) fino al 27. Tornando all’evento tutto è cominciato l’11 dicembre quando la delegazione arrivata da Rocchetta si è recata presso la sede di Palazzo Italia per allestire la mostra. Il palazzo, nel cuore della storica città tedesca lungo il corso principale, a metà strada tra la porta di Brandeburgo e Alexanderplatz, è articolato in una serie di spazi multifunzionali di grande fascino e raffinatezza e l’esposizione ha trovato così posto in un luminoso spazio vetrato al piano terra, vicino l’ingresso, insieme ad un’altra interessante esposizione riguardante il design del cibo.

Le opere sono così state collocate su appositi pannelli ed allestite guardando più all’effetto di insieme, in un breve ma intenso percorso visivo che chiedeva allo spettatore lunghi tempi di lettura per decifrare i significati di ogni singolo lavoro. L’evento è stato inaugurato invece il pomeriggio del 12 da un’interessante convegno sui cosiddetti "foodies", consumatori consapevoli che amano mangiare bene ma anche comprare prodotti belli e non necessariamente lussuosi (design, (neo)-artigianato e artigianato artistico), “consumare cultura” (patrimonio culturale, musica e teatro, arte contemporanea, ….) e viaggiare in maniera consapevole. In seguito ci sono stati i saluti del direttore di Palazzo Italia e del console italiano a Berlino i quali hanno sottolineato l’importanza dell’evento che ha portato in terra tedesca il meglio delle eccellenze italiane.

Tantissimi i visitatori italiani e tedeschi che hanno apprezzato i prodotti degli stand allestiti al piano superiore e hanno ammirato le opere esposte, incuriositi da tante prove d’autore sul concetto di nazione italiana: la mostra, infatti, è tra le più complete realizzate in Italia sul tema dell’arte contemporanea in relazione alla ricorrenza dell’Unità. Soddisfazione anche da parte del sindaco Antonio Izzi nel sottolineare l’unicità dell’evento che ha visto presente, in una realtà tanto prestigiosa, anche il piccolo comune molisano forte per aver sviluppato un’idea che è soprattutto idea di cultura e patrimonio di conoscenze. Non quindi una mera raccolta di emblemi visivi ma la realizzazione di un palinsesto che, pur nell’unità dei colori e delle dimensioni delle singole opere (tutte di formato uguale), è stata capace di presentare un racconto articolato per descrivere la storia, il significato e soprattutto i mali e le distorsioni di un simbolo antico come la bandiera (e per traslato della nazione).

La mostra che ha riscosso già tanto successo, dopo essere passata per il MAT di Sansevero e Palazzo Italia di Berlino, continua il suo “tour” in altri prestigiosi spazi. Abbiamo accennato all’inaugurazione presso la Tamarin Arte Gallery di Caserta ma si prevedono anche altre trasferte in giro per l’Italia. La soddisfazione è nel constatare come da una semplice idea si sia riusciti a realizzare un evento di spessore culturale ed artistico che ha coinvolto tutte le regioni Italiane ed ha prodotto una galleria permanente, un piccolo museo di grande qualità. Ed essere rappresentati all’estero attraverso la cultura non può che essere un significativo risultato.





















domenica 18 dicembre 2011

Carte contemporanee

La mostra “Carte contemporanee. Esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta”, è dedicata ed in omaggio allo scultore Ugo Marano scomparso di recente. Curata da Massimo Bignardi è allestita presso il FRAC (fondo regionale d'arte contemporanea) di Baronissi. Nella rassegna, interessante dal punto di vista storico critico, anche i lavori di due artisti molisani: Michele Peri e Ermelindo Faralli e un artista storico, Antonio Venditti. Da questo link è possibile scaricare il comunicato stampa.

La mostra, allestita nei due livelli del complesso museale, è suddivisa in quattro sezioni così ordinate: 

La linea della figura: dagli ultimi ‘inchiostri’ di Novecento al realismo, alla Nuova figurazione: Antonio Donghi, Enrico Paulucci,Orfeo Tamburi, Alberto Ziveri, Mario Carotenuto, Giuseppe Zigaina, Guido Gambone, Titina Maselli, Sergio Vacchi, Tono Zancanaro, Concetto Pozzati, Emilio Tadini, Giosetta Fioroni, Luigi Guerricchio, Errico Ruotolo, Virginio Quarta. 

Segni della scultura: Antonio Venditti, Giuseppe Spagnulo, Carlo Lorenzetti, Giuseppe Uncini, Mauro Staccioli, Gerardo Di Fiore, Ugo Marano, Mimmo Paladino, Luigi Mainolfi, Nicola Salvatore, Nunzio, Iavolella, Enzo Navarra, Angelo Casciello, Luigi Vollaro, Michele Peri, Ermelindo Faralli, Eduard Habicher, Franco Fienga. 

Tra l’inquietudine informale, il rigore astratto e le nuove poetiche degli anni Settanta: Lucio Fontana, Renato Barisani, Sergio Dangelo, Mario Colucci, Mario Persico, Emilio Scanavino, Oscar Staccioli, Pirro Cuniberti, Atanasio Soldati, Mario Radice, Carla Accardi, Mauro Reggiani, Elio Marchigiani, Giorgio Griffa, Rodolfo Aricò, Carmine Piro, Pietro Lista, Antonio Davide, Giuseppe Rescigno. 

Dagli anni Ottanta verso la fin de siècle: Nicola De Maria, Sandro Chia, Giorgio Cattani, Sergio Vecchio, Angelomichele Risi, Bruno Ceccobelli, Cesare Berlingeri, Sergio Ragalzi, Arturo Pagano, Omar Galliani, Stefano Di Stasio, Arcangelo, Enzo Esposito, Franco Marrocco, Teo De Palma, Nino Tricarico, Carlo Catuogno, Luigi Pagano, Ruggero Maggi, Marco Pellizzola, Giovanni Tesauro.

Peri e Faralli

Peri di fronte alla sua opera


E rimanendo nell'ambito del disegno presso l'ARATRO, a Campobasso, si sta svolgendo la mostra PAPIROFLEXIA a cura di Lorenzo Canova e del Corso di organizzazione di eventi culturali e artistici. Il progetto è dedicato al rapporto di alcuni giovani artisti italiani e internazionali con la carta intesa sia come supporto che come strumento espressivo. La volontà è quella di presentare la molteplicità dei linguaggi, sempre più complessi e differenziati, utilizzati dagli artisti delle giovani generazioni attraverso la carta, strumento che da secoli è basilare per la fase ideativa, progettuale ed esecutiva delle opere d’arte e che ancora oggi mantiene intatta la sua centralità. La scelta della carta vuole avere una valenza metaforica per il suo fondamentale ruolo storico di medium di diffusione culturale, particolarmente importante per l’ambito universitario della mostra e, simbolicamente, anche per il limitato budget di cui necessita, particolarmente significativo nell’attuale contesto generale di crisi economica e di tagli alla cultura e alla ricerca. Il progetto comprende molte delle principali tendenze che contraddistinguono l’arte presente: dal neoconcettualismo , alla figurazione, al Pop Surrealismo e alla nuova astrazione. L’ARATRO, per seguire due tra le fondamentali linee guida dell’Università del Molise, quella della valorizzazione delle ricerche espresse dal suo territorio regionale di appartenenza e quella dell’internazionalizzazione, ha scelto dunque di raccogliere nella mostra anche due artiste di origine molisana, un’artista statunitense e un artista spagnolo che emblematicamente vuole rappresentare la stretta collaborazione con le università internazionali dell’Ateneo. In quest’ottica, Papiroflexia, il titolo stesso dell’esposizione, parola spagnola che significa origami, nasce dal dialogo con gli studenti Erasmus spagnoli presenti nel Corso. 

Gli artisti invitati sono:
Erica Calardo (Genova 1980, vive a Bologna); Gianluca Capozzi (Avellino 1973, vive ad Avellino); Barbara Esposito (Isernia 1979, vive a Roma); Andrea Martinucci (Roma 1991, vive a Roma); Gonzalo Orquìn (Siviglia 1982, vive a Roma); Lisa Wade (Washington DC 1972, vive tra Roma e Berlino) 
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da un workshop con gli studenti che hanno curato il progetto, gli artisti invitati e alcuni esponenti del mondo dell’arte contemporanea attivi anche in Molise.
Dal 13 dicembre 2011 al 13 gennaio 2012


mercoledì 30 novembre 2011

Kessler vs Pace



Due foto, le opere di Susanne Kessler da una parte e le tele di Achille Pace dall'altra, tratte dalla mostra Autumn Contamination. Altre foto, con tutte le opere in rassegna, sono visionabili da questo link.

martedì 29 novembre 2011

Scatti da Autumn Contamination

Solo alcuni scatti, brevi impressioni di questi primi giorni del festival di arte contemporanea che si sta svolgendo presso l'AxA della Palladino Company a Campobasso. Festival che sta riscontrando un ottimo successo di pubblico e di critica e che ogni giorno si arricchisce di nuovi eventi (scarica il programma). Per chi non lo avesse ancora fatto consiglio vivamente una visita. Gli scatti sono della fotografa Miriam Di Domenico, mentre tutti gli album si possono vedere sul profilo FB dell'evento.


Achille Pace tra i suoi quadri
Tavola Rotonda con, da sinistra il critico Antonio Picariello, il sovrintendente Daniele Ferrara, il professore Lorenzo Canova, Sandro Arco e il maestro Achille Pace

Michele Mariano
Barbara Esposito

Helena Manzan

Achille Pace











AcquaForte Blues - Stefano Mancini




Io li odio i nazisti dell’Illinois (cit.)

“Spesso, di notte, mi capita di restare a lungo affacciato alla finestra ad osservare il ponte ferroviario che collega la mia città al resto del mondo e che appare, nel buio, come una lunga linea luminosa sospesa sull’acqua. Tra quelle luci, vicino ad una curava che fa sparire inesorabilmente l’ultimo vagone dei treni che se ne vanno verso la terraferma, posso affermare con sicurezza di aver intravisto, almeno un paio di volte, aggirarsi lo spirito del Blues…”. Suggestiva questa frase di Paolo Ganz, uno dei primi maestri di armonica blues in Italia, per il tentativo di materializzare, attraverso immagini e sensazioni, il soffio vitale di un genere musicale che è molto più di un semplice modo di suonare. Volendo realizzare quindi una sinestesia che colori avrebbe il Blues? Di certo ha il blu poiché il nome deriva dall’espressione “to have the blue devils”, letteralmente: avere i diavoli blu, col significato di “essere triste” (per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla tristezza e all’infelicità); le blue note, le dissonanze, inoltre sono stilemi inconfondibili. Probabilmente ha colori contrastanti e in disaccordo per quelle stonature tipiche, deviazioni dalla scala diatonica occidentale, che caratterizzano la struttura musicale. Sicuramente ha il nero per le sue radici, visto che è nato dai canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni di cotone negli stati meridionali degli U.S.A. Stefano Mancini tra tutti i colori ha scelto il nero spingendosi oltre la classica ritrattistica di musicisti blues. Il nero di Mancini, infatti, non è ottenuto per addizione, col classico pennello su tela, ma per sottrazione avendo trovato come mezzo espressivo l’acquaforte. Tra le pratiche calcografiche l’acquaforte è tra le più difficili ma anche tra le più suggestive. L’immagine emerge infatti dallo scavo dell’acido sulla lastra preparata, dove sono stati segnati i solchi da far incidere alla morsura. E’ uno scavo in profondità nella materia, quasi un processo alchemico, che ha come risultato, una volta stampato il rame, delle gradazioni di nero più o meno intense a seconda del tempo di azione dei liquidi. I neri che emergono, quindi, sono maggiormente carichi a seconda del lavoro dell’incisore il quale, materialmente, è come se componesse una melodia nel dosare gli acidi e scegliere i tempi; e naturalmente la lastra può avere più stadi e l’immagine sommare più morsure quasi fosse uno spartito con le note che si aggiungono pian piano. Giocare sul bianco e nero è un processo difficile che Mancini domina con grandissima maestria tecnica; e proprio grazie a questa abilità riesce a rendere espressivi i fogli per la grande varietà di effetti (materici, cromatici, pittorici) che riesce a conferire alle immagini. Un’acquaforte intensa, fatta di ombre violente e potenti accordi luminosi e che deve molto alla lezione di Rembrandt e Piranesi. Le opere raffigurano musicisti che hanno fatto la storia del blues; i loro volti emergono dall’oscurità di alcune sezioni e sono scavati come i solchi della lastra che li accoglie; affiorano da un palinsesto materico carico di segni densi e scuri con luminosità inattese ma studiate. Colti nell’atto di cantare o suonare o semplicemente vivere nel tormento creativo della musica, raccontano con le loro espressioni e i loro gesti una miriade di episodi o semplicemente un’unica grande storia segnata da melodie che scorrono così dense sotto pelle da lasciare sintomi visibili. Questi segni e l’intera atmosfera carica di pensierosa tristezza o malinconica gioia è resa magistralmente dall’artista nelle crettature, nella grafia spigolosa, nei giochi di luce e nei contrasti, nei orme minime quasi suonate, nell’assenza di prospettiva dove le immagini (mentali?) si accavallano come su un unico piano. L’intima emozione della musica che si fa disegno quando le righe del pentagramma di sciolgono dalla loro struttura e, vagando libere, formano contorni che le note riempiono di nero.

Tommaso EVANGELISTA

lunedì 14 novembre 2011

Autumn Contamination #2



Michele Greco da Valona a Termoli

Conclusasi la mostra “Rinascimento danzante. Michele Greco da Valona e gli artisti dell’Adriatico tra Abruzzo e Molise”, nel Castello Piccolomini di Celano, seguirà unworkshop di indagini diagnostiche sulle opere di Michele Greco, aperto al pubblico presso l’Episcopio di Termoli, dal 7 novembre fino al 3 dicembre (ore 9.30-12.30; 17.30-19.30), preliminare al rientro in Guglionesi. Progredisce così il complicato e affascinante ‘puzzle’ di questo intricato contesto storico-artistico e si spalancano nuovi scenari di ricerca, soprattutto per quanto concerne la produzione pittorica in Albania (o meglio, in Epiro) all’inizio del Cinquecento.

Attraverso la collaborazione fra le Soprintendenze per i beni storici artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo e del Molise, l’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e la Diocesi di Termoli-Larino, i Comuni di Vasto e Guglionesi, si propongono all’attenzione dei visitatori, degli appassionati e degli studiosi i risultati delle
ricerche su una meravigliosa ‘Babele’ figurativa, che, nonostante crisi e conflitti, non venne mai meno, in quanto intrecciata a quella umana esigenza di comunicare, trattare, produrre benefici reciproci. È il primo passo di una ricerca che si concretizzerà in futuri appuntamenti di studio e di divulgazione, che vedranno
cooperare fra loro studiosi e tecnici di diverse nazionalità.

Promossa dalla Diocesi di Termoli-Larino e dal MiBAC Molise, l’esposizione d’arte presenta 4 opere del patrimonio artistico della Collegiata Santa Maria Maggiore di Guglionesi, tre delle quali firmate da Michele Greco da Valona e datate al 1505.

(da un Comunicato del Ministero dei Beni Culturali)



Di seguito gli appuntamenti per approfondire lo studio delle opere di Michele Greco da Valona, la cui partecipazione è aperta a tutti, con ingresso gratuito:
Sabato 12 novembre, ore 11:00 "Michele Greco, fronte e retro: tecnica pittorica e costruttiva dei trittici di Guglionesi" a cura di Francesca Di Giandomenico, restauratrice.
Su Rai 3 ,domenica 13 novembre, ore 10:50, nella trasmissione televisiva "EstOvest" andrà in onda un servizio dedicato alla inaugurazione della mostra Rinascimento Adriatico, e molto risalto verrà dato alle opere di Michele Greco da Valona.
Venerdì 18 novembre alle 10:00 "Sotto il colore di Michele Greco: indagini in corso - prima parte"a cura di Michelangelo Carozza e Liana Pasquale, Diagnosticart, con la collaborazione di Mario Ziccardi. 
Giovedì 23 novembre alle 16:30 "Michele e i pittori albanesi al di qua e al di là del mare" con Luciana Arbace, Soprintendente Bsae Abruzzo, Daniele Ferrara, Soprintendente Bsae Molise e Ilir Shaholli, storico e restauratore, Roma-Korca. 
Venerdì 25 novembre alle 10:00 con "Sotto il colore di Michele Greco: indagini in corso - seconda parte" a cura di Michelangelo Carozza e Liana Pasquale, Diagnosticart, con la collaborazione di Mario Ziccardi. 
Venerdì 2 dicembre alle 10:00 con "Sotto il colore di Michele Greco: indagini in corso - Terza parte" a cura di Michelangelo Carozza e Liana Pasquale, Diagnosticart, sempre con la collaborazione di Mario Ziccardi.

lunedì 31 ottobre 2011

Autumn Contamination ... arte e contaminazioni a Campobasso




Dal 24 novembre al 4 dicembre l’AxA, l’open space della Palladino Company, ospiterà la rassegna Autumn Contamination, ideata e organizzata da Luca Basilico. Il progetto, innovativo e al tempo stesso quasi utopico per la realtà campobassana, attraverso la strada della contaminazione cerca di offrire ai visitatori una serie di proposte artistiche che spaziano dall’arte alla musica, dalla moda al cinema, dalla fotografia alle arti sceniche. In quanto piattaforma aperta all’interazione e alla sperimentazione l’evento si strutturerà su più livelli in modo da parlare contemporaneamente alle istituzioni, agli addetti ai lavori e al semplice pubblico chiamato a vivere la manifestazione che, ogni giorno, offrirà spunti diversi. Non solo quindi la semplice esposizione ma anche performance, rassegne di videoarte, dibattiti e incontri, workshop, presentazione di idee e proposte dove l’arte, in senso più esteso, è intesa come realtà liquida che pervade la società contemporanea e che, appunto perché sfuggente e spesse volte non classificabile, è da rinvenire in tutta una serie di fenomeni “di massa” e non. Il secondo principio della termodinamica recita che non si crea dal nulla; assodato questo tutto sta allora nel saper manipolare il materiale offertoci dalla natura e dalla nostra condizione presente irrimediabilmente interrelata con una moltitudine di dinamiche “basse” o “alte”, ovvero saper contaminare. La parola contaminazione è diventata oggi simbolo di creatività, di nuove modalità di produzione di esperienze e il suo inserimento nel titolo della rassegna deriva appunto dal fatto che le differenti espressioni artistiche, muovendosi attraverso vari tipi di media, contribuiscono ad ogni passaggio con nuove e inconsuete informazioni all’esperienza dell’utente. Negli anni Novanta il panorama dell’arte cambia radicalmente in relazione con il mutato clima culturale, sociale, politico. Il rinnovato interesse per le microstorie, per il quotidiano, per ciò che è immediatamente vicino, la riscoperta della dimensione intima e la necessità di tenerne conto parlando del sociale, sono alcuni degli atteggiamenti che, in questi anni, riemergono diffusamente. La pratica artistica contemporanea pertanto è sempre più segnata dal desiderio di lavorare sulla realtà, con strumenti considerati tradizionalmente secondari come fotografia, video e performance. Poiché raccontare l’immaginario e la realtà quotidiana comporta un costante rapportarsi col mondo nella sua interezza, la tendenza a sommare e decostruire è sempre più forte grazie anche alle inedite possibilità offerte dalla tecnologia che, rilanciando l’interazione creativa tra le diverse arti cercata da molte utopie estetiche moderne (dalle performance intermediali alle varie declinazioni dell’arte elettronica), permettono un allargamento della visione con relativo emergere del dettaglio e del particolare decontestualizzato e alterato. Contaminare, dall’accezione negativa, è diventato oggi un termine cardine per decifrare l’arte e l’idea di una “contaminazione estetica”, incentrata sui concetti di pluralità e relazione, può fornire alcune direzioni di senso ad un evento, Autumn Contamination, che si pone quale “avvenimento” di rottura e di confine. Un evento che cerca di superare la rigida dicotomizzazione tra “noi” e gli “altri”, ovvero tra gli addetti, tra virgolette, del settore e il resto della collettività che percepisce l’arte in maniera distratta o se ne sente così distante da evitare qualsiasi confronto. Come scrive infatti lo stesso Luca Basilico, organizzatore della rassegna, “Autumn Contamination è sinonimo di Cultura Contaminata… Esso si propone come un nuovo modo di concepire l’offerta non più radicata a preconcetti schematici con i quali si arriva a categorizzare e delle volte separare drasticamente le discipline, ma al contrario, vuole fare un’operazione che porta ad una totale contaminazione, abbassando tutte le barriere e lasciando che la creatività, la ricerca e la sperimentazione facciano da linee guida per la realizzazione di tale prodotto. Non è solo un’esposizione di opere artistiche ma è anche un momento di crescita, di svago e di socializzazione, grazie alle sue numerose attività collaterali.

Data la molteplicità degli eventi, andando nel dettaglio, cercherò di elencare le proposte più interessanti. Riguardo alla mostra vera e propria nella rassegna troveranno posto le installazioni di Susanne Kessler, artista di livello internazionale che per l’occasione allestirà un lavoro in tema con la condizione “autunnale”, i minimali lavori Andrea Martinucci, i grandi pannelli Giacinto Occhionero, figurativi eppur visionari nel loro sconfinamento nell’onirico, le installazioni di Mariagrazia Colasanto, le ipotesi cromatiche dell’artista americano Joe Bussell, le tele di Luca Pop dall’esuberante grafica desunta dalla street art. Due le performance durante i dieci giorni: due project interattivi di Michele Mariano (Me Myselfi I e Trigger) e l’esibizione di Stefano Cirillo che si cimenterà in un’operazione di live painting con le musiche del duo sound-B color. Il live di Mess too e l’esibizione dell’orchestra Tartini in un Vivaldi project si strutturano come vere e proprie performance audiovisive.

Uno spazio è riservato alla fotografia con Marla Lombardo e gli scatti degli artisti dell’OcchiRossi di Roma, progetto collettivo, declinato anche in festival, che promuove cultura fotografica indipendente.

Tra i fotografi: Baldi e Baciarlini, Gianluca Distante, Federico Cau, Giorgia Pecci, Flavia Culcasi, Daniele Baldi, Alessandra Dinatolo, Miriam Di Domenico. Interessante anche il settore dedicato alla videoarte con un’apposita sezione allestita con i video di Igor Imhoff, Riccardo Arena, Lino Strangis (che per l’occasione proietterà un’opera prima e realizzerà lo spot dell’evento), già direttore del C.A.R.M.A. (centro di arti multimediali di Roma), e altri in via di conferma in quanto selezionati da un’importante festival (Arte Video Roma Festival). Tutti i video durante una serata saranno ricomposti in una vera e propria installazione collettiva che coinvolgerà l’intero spazio espositivo. L’offerta è arricchita dalla presentazione dei progetti Cineama di Roma che per l’occasione in anteprima farà proiettare il film “Una separazione” premiato a Berlino e MoliseCinema con i suoi cortometraggi, ai quali sarà dedicata una serata out door al cinema Alphaville.

Anche la moda non potrà mancare in questo ricco cartellone e una serata sarà dedicata alla presentazione della collezione THESIGN di Luciano Parisi, direttamente dallo IED di Milano.

Altro punto forte della manifestazione sono gli incontri e i workshop, vere e proprie tavole rotonde dove parleranno e si confronteranno gli operatori del settore. Tra le varie tavole rotonde una, sul tema dei nuovi linguaggi dell’arte, metterà di fronte il prof. Lorenzo Canova, docente di arte contemporanea dell’università del Molise, Daniele Ferrara, sovrintendente per i beni Storico-Artistici del Molise, e l’artista molisano Achille Pace.

Molto interessante la serata con l’incontro di diverse realtà molisane che operano nell’arte contemporanea e moderna: la galleria Officina Solare di Termoli, la galleria Limiti Inchiusi di Campobasso, la rassegna Matriceart, la rivista Archeomolise.

La sezione work shop/presenta il progetto mira invece a dar spazio e visibilità a tanti progetti innovativi che si sono realizzati in regione, facendo parlare direttamente gli organizzatori e gli ideatori.

Ecco allora la presentazione al pubblico del riuscito Draw the line, festival di street art messo in piedi dell’Associazione Malatesta, o del mensile free press Zenit Magazine.

Tutto l’evento prodotto da Palladino Company vedrà tra gli sponsor tecnici il pastificio LaMolisana, che si occuperà della gastronomia durante il vernissage, Acqua Sepinia, Caffè Camardo, Centro del Molise, vini Colle Sereno, UniCredit.

Tra gli sponsor istituzionali la provincia di Campobasso e il Comune di Campobasso.

Sponsor tecnico Trenitalia.

Media Partner: Zenit Magazine, Movoloco ed EQUIPèCO.

Il progetto, complesso nel suo insieme ma incredibilmente dinamico, è in realtà un’unica entità organica che mira a crescere e radicarsi sul territorio. La stagione autunnale, spesse volte priva di eventi in quanto mesto periodo di passaggio, si presta a farsi contaminare da questa ricca proposta d’arte e cultura.

GET CONTAMINED!!!

Tommaso Evangelista

p.s. presto il programma definitivo

sabato 22 ottobre 2011

Sten e Lex e Erikailcane a Draw the line

Il riuscitissimo Draw the line, street art festival realizzato dall'Associazione Malatesta, ha dato alla città Campobasso un incredibile patrimonio di arte urbana di altissimo livello. I nomi più importanti della street art mondiale hanno infatti realizzato splendidi murales trasformando e riqualificando interi luoghi (come il terminal bus). A conclusione dell'evento, dopo Blu, Roa, Pixel Pancho, ecco i lavori di Erikailcane, che ha operato il restyling del mercato coperto di Campobasso, e di Sten e Lex. I due video in basso mostrano la realizzazione delle loro opere.



martedì 18 ottobre 2011

le Mappe cognitive di Nicola Dusi

L’artista adotta sulla tela una sua personale tecnica di impressione del colore che comporta una disgregazione delle forme a vantaggio dell’emergenza di paesaggi mentali caratterizzati dall’ossessione per il colore rosso e dall’intervento mimino dell’artista che, lavorando sulle lastre preparate, riesce a far si che queste lascino sul quadro delle tracce minimali ed espressive. In queste impronte, apparentemente irrazionali ma pervase da un’ossessiva ricerca di ordine ed equilibrio, l’occhio ritrova luoghi minimali, figure “batteriche”, scansioni geometriche e macchie. Non bisogna guardare in questo caso all’espressionismo astratto, troppo preso dall’irrazionalità del gesto, bensì ad opere (e penso in particolare ai grandi sudari di Nitch) dove forte è l’idea di agire sulla materia, quasi con spirito antropologico. Modello imprescindibile di fissazione di un’immagine è naturalmente la Sindone dove carne e sangue diventano i mezzi dell’impressione. Non volendo agire sul mistero del Lenzuolo, bensì guardando all’oggetto-icona, l’artista opera producendo impronte intese come segni mnemonici.

Ecco un'interessante intervista all'artista le cui opere sono in mostra all'Istituto Italiano di Cultura di Barcellona (comunicato)


mercoledì 5 ottobre 2011

Art Linking Project

Reportage dalla mostra Art-Linking-Project inaugurata domenica 2 ottobre e visitabile fino al 30 ottobre presso la galleria Limiti Inchiusi a Campobasso. Il progetto, curato da Silvia Valente, cerca di scostarsi dalle normali procedure curatoriali per proporre una selezione di artisti derivata da un processo in divenire. Gli artisti invitati dalla curatrice (Fausto Colavecchia, Barbara Esposito, Emanuela De Notaris, Nicola Macolino, Mariagrazia Colasanto), infatti, si sono avvalsi della facoltà di poter scegliere altri artisti partecipando così alla selezione e alla strutturazione dell'evento. L'idea di fondo è quella di un monitoraggio dell'ambiente artistico molisano anche se non è esclusa la carica ludica di un sistema in costruzione che, teoricamente, potrebbe proseguire all'infinito attraverso questa serie di link che vanno a creare un vero e proprio albero genealogico dell'esposizione. 



Elio Franceschelli

Valentino Robbio

Cinzia Laurelli
Luca Manes

Letizia Lomma

Azzurra De Gregorio

Roberto D'Andrea

Simona Materi

Nicola Micatrotta

Vincenzo Merola

Vincenzo Mascia

Emanuela De Notaris

Paolo Borrelli

Dario Palumbo

Mariagrazia Colasanto


Carlo Parente

Cinzia Laurelli

Fausto Colavecchia

Nicola Macolino

Dante Gentile Lorusso


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