Leonardo Remo Tartaglia (più noto come LEFRA) nasce il 27 ottobre 1933 a Ripalimosani. Nel giorno della sua prima comunione si fa regalare dalla mamma, per esaudire il suo piccolo-grande sogno, una macchina fotografica marchiata Agfa Silette. Si racconta che il piccolo Leonardo cominciò ad usarla subito scattando fotografie sui convitati, dimenticando il suo ruolo di festeggiato, ma un particolare tralasciò: si era dimenticato di inserire il rullino!
Nel 1958 Leonardo decise di intraprendere la carriera di fotografo: allestisce un piccolo studio nella centrale Via Mazzini a Campobasso. Nel 1960 collabora già con Momento Sera e col Messaggero ed in quegli anni nasce il nome magico che porterà fortuna e successo a Leonardo Tartaglia: insieme all'amico Franco De Lisio inventa "Lefra", unendo le prime iniziali di Leonardo e Franco. In quello stesso anno inizia la sua collaborazione con la più importante agenzia fotografica italiana, l'Ansa. Si può dire che qualunque avvenimento molisano, da quel momento, sarà seguito e documentato dalle immagini di Lefra. Dalla cronaca, agli avvenimenti sportivi; dai matrimoni, ai concorsi fotografici, che fanno di Lefra un fotografo e un personaggio stimato ed apprezzato.
Contemporaneamente in lui nasce la necessità di effettuare una ricerca più specifica e qualificante: diventa, infatti, un documentarista e comincia ad archiviare tantissime immagini di paesi molisani, corredate da costumi, usi, feste popolari, scorci suggestivi, immagini di un Molise che comincia a sparire, travolto dalla civiltà dei consumi.
In ogni bella giornata, Lefra si alza, di buon ora, si arma di tre o quattro macchine fotografiche, tutte spaventosamente costosissime e professionali, per rendere il lavoro con la più alta qualità possibile, ed alla cinghia mette le sue munizioni composte da decine di rullini di ogni tipo, dal colore al bianco e nero, dal 6x9 alla diapositiva, per ogni tipo di esigenza ed uso.
Si reca nelle campagne o nei paesi anche più nascosti del Molise, per immortalare ogni volto, ogni casa ed ogni panorama naturale, facendo rientro a casa solo in tarda serata riportando il suo bottino personale che gli costa non un dolore alle spalle per la pesantezza delle diverse apparecchiature.
Racconta che quando era più giovinetto, nel momento del rientro a casa, il padre gli diceva sempre: "Come ti sei guadagnato la pagnotta oggi? Scattando le foto? Vuol dire che adesso mangerai i tuoi rullini!"
Ma quegli scatti gli fruttarono ben più di ogni possibile immaginazione del padre. Difatti al suo studio ogni giorno arrivano editori molisani e nazionali. Tanto per fare un nome, De Agostini o Fabbri, per chiedere foto da abbinare a libri o enciclopedie. Diversi sono infatti le pubblicazioni sia a livello regionale che nazionale, con immagini che portano la firma: "Foto Lefra".
Contemporaneamente partecipa a numerosi concorsi fotografici sia in Italia che all'estero, a ricevere coppe e riconoscimenti per questa sua attività, frutto di passione e sacrifici. Fra i concorsi più rinomati in cui ha partecipato ricordiamo: - Seattle photographic society, a Washington; - Fotoclub Vittoria (RA); - Concorso Trofeo Circolo Italsider (Taranto 1970); - Rettet-Das-Kind, Landerband della Carinzia; - Concorso Internazionale di fotografia sull'arte lombarda (1970); ed altre serie di mostre sue personali in città come Rosario, Caracas, Toronto, New York, Montreal, Buenos-Aires. Da ricordare le mostre tenute in Argentina dedicate unicamente al suo paese nativo, dal titolo: "Ripalimosani: un pais, una provincia, un pueblo". Oltre, ovviamente, a decine di mostre nei Comuni molisani, dal titolo: "Ieri, Oggi e Domani".
Si è impegnato, inoltre, anche nel campo dell'editoria, pubblicando quattro monografie su Ripalimosani, Castropignano, Torella e Vinchiaturo, che hanno riscosso notevole successo per la loro documentazione fotografica preziosa e fedele. Lefra: un nome che oggi è sinonimo di fotografia nel Molise. Dietro quel nome, un uomo con la sua passione che è tutta la sua vita.
L'archivio fotografico Lefra
L'archivio fotografico LEFRA comprende una vasta rassegna di negativi, positivi e diapositive. Nel vasto archivio troviamo di tutto: dal paesaggio all'archeologia, Cattedrali, Parrocchiali, Chiese, Conventi, Arte Sacra, sculture, affreschi, dipinti su tela, su tavola, feste popolari, tradizioni popolari processioni. Vi è il reparto per l'agricoltura, l'industria, i castelli, i fiumi molisani, le case rustiche, la gastronomia, la politica, la sanità, lo sport e la paleontologia. Esso è dotato anche di una grande collezione di circa 5.000 fotografie dell'Ottocento ed inizio Novecento, di fotografi molisani. Tutta questa ricchezza fotografica è il frutto di 35 anni di esperienza professionale. Si può constatare che studenti prossimi alla laurea, ricercatori, studiosi, editori, ricorrono all'archivio LEFRA, come valido aiuto nei loro lavori intellettuali. Ad oggi l'intero archivio, oggetto di desiderio di alcune società a livello nazionale, è riuscito a rimanere nel Molise con l'acquisto da parte della Provincia di Campobasso. (Fonte: Ripalimosani Online)
Appello
Il fondo Lefra, venduto alla Provincia di Campobasso, attualmente si trova presso la Biblioteca Albino non inventariato, non catalogato, senza le dovute misure preventive di conservazione e CHIARAMENTE SENZA POTER ESSER CONSULTATO...Perchè??? Alla Provincia (ho parlato personalmente con De Matteis) dicono che non ci sono soldi. Adesso, certo!!! Ma il fondo è stato acquistato ben 11 anni fa! Consta di migliaia e migliaia di fotografie storiche della nostra regione (compresi monumenti), scattate dalla metà del Novecento da Leonardo Tartaglia più altre 5.000 foto storiche (anche ottocentesche)che lo stesso fotografo ripese aveva acquisito nel corso del tempo. E' UNA VERGOGNA NON POTERVI ACCEDERE COME CITTADINO MOLISANO E COME STUDIOSO! E' UNA VERGOGNA LASCIAR MORIRE UNO DEGLI ARCHIVI FOTOGRAFICI STORICI PIU' RICCHI (insieme a quello Trombetta) DELLA NOSTRA REGIONE! E' UNA VERGOGNA LASCIARLO LI' DEPERIRE SENZA LE CORRETTE MISURE DI CONSERVAZIONE. Mi sto muovendo, perchè ho preso a cuore la questione, affinchè il fondo possa essere quanto meno inventariato e consultato. Ritenevo, però, giusto informarvi della questione.
Francesca Della Ventura
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