MICHELE CONDRO'
Voglio dipingere la verginità del mondo ( Paul Cézanne)
A CURA DI
ALESSANDRA SIGNORILE
2 / 14 GIUGNO 2013
OFFICINA SOLARE GALLERY
VIA MARCONI, 2 TERMOLI
Un titolo per sottolineare con una lucida sintesi la purezza, il candore, l’estemporaneità, messe in scena da Michele Condrò, uno degli artisti più attivi del panorama pugliese e non solo. L’idea di verginità implica quella di un terreno non ancora sondato, non ancora precostituito o soggetto a infiniti stimoli, insomma paesaggi e figure di Condrò, si mostrano come realtà appena venute a galla e sembrano portare addosso e a chi le osserva, quel senso di stupore e sorpresa di chi ammira una parte di mondo per la prima volta.
Tali opere evocano estrema leggerezza rappresentativa e immediatezza espressiva, grazie soprattutto alla frequente modulazione da cui sono caratterizzate, ossia molte di esse ( vd Autoritratto) sono dipinte senza creare contrasti, bensì utilizzando sfumature e toni di una stessa gamma; le pennellate di getto permettono a colore e disegno di compenetrarsi a vicenda, esattamente come appaiono compenetrarsi mente e realtà. Michele Condrò, infatti, sembra aver colto nelle sue immagini un sunto semplice ma essenziale per l’arte, ovvero che essa non raffigura le cose ma le idee e in questo caso particolare, l’anima di Condrò appunto. Esso va oltre la percezione di un momento per individuare l’ aspetto duraturo dell’immagine, la sua struttura senza tempo; l’ indagine psicologica è largamente utilizzata, le figure non sono in posa, anzi…Sono catturate all’ improvviso nella loro fresca spontaneità di un momento, in cui esse, sembra quasi che non sappiano ancora di essere rappresentate: insognando un altro Egitto, la donna nuda stesa in terra, evoca una sensualità che non è affatto trasmessa dal suo atteggiamento volontariamente seducente ma piuttosto dallo sguardo scrutatore dell’artista, che coglie quella femminilità di soppiatto, in tutta la sua naturalezza.
Non è un caso se la citazione cui si faceva riferimento all’’inizio è di Cézanne poiché le affinità tra gli acquarelli di quest’ultimo e i lavori di Michele Condrò credo siano significative, basta ricordare un’altra famosa frase di Cézanne: (“La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un'altra cosa, il colore. Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo”.) e poi osservare l’uso del colore in Condrò… Del resto, tuttavia, è significativo anche un allontanamento e una revisione del tardo ottocento romantico e impressionista, si tratta di un figurativo continuamente aggiornato e permeato di contemporaneità, anche se forse, il rapporto con tale contemporaneità vive di conflitto: la freschezza delle opere fanno comunque di Condrò, un artista di altri tempi, tempi in cui vi era ancora spazio per il candore in questione ed è proprio su questo punto che occorre soffermarsi per comprendere il suo rapporto con il contemporaneo…La storia di quest’arte è una storia di protesta e denuncia del nostro tempo decadente disordinato e abusato da troppi virtuosismi, quindi se è vero che la vera arte, come vogliono in molti, vive di non-conformismo e di protesta alle tendenze più in voga, allora il figurativo di Condrò può essere considerato a pieno titolo, un grande esempio di avanguardia culturale.
ALESSANDRA SIGNORILE
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