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lunedì 31 marzo 2014

Dolmen di Nicola Macolino

DOLMEN

con
Antonio D’Onofrio, Letizia Iammarino, Antonio Iantomasi, Renzo Iantomasi, Antonella Macolino, Gennaro Santarelli, Mariaconcetta Santoianni, Emanuela Vitulli.

costumi 
Marina Miozza

regia scene e luci
NICOLA MACOLINO


Domenica 06 aprile 2014 - H. 18.00
Auditorium Liceo Classico "M. Pagano"
CAMPOBASSO

Sabato 19 aprile 2014 - H. 19.30
Stroszek Shed
S. CROCE DI MAGLIANO (CB)




Lo spettacolo è L'ultimo, in ordine di rappresentazione, dei quattro progetti della Rassegna Teatrale di Autori molisani "OFF"  a cura di Incas Produzioni

info Spettacolo Campobasso:
prevendita c/o Libreria Mondadori in via Pietrunto a CB - presso l'auditorium la sera dello
spettacolo
Ingresso: 10 Euro

info spettacolo S. Croce di Magliano:
338 3183197


lunedì 24 marzo 2014

Ispop tv


Si definisce intima popular. E' ispop.tv la tv online dell'artista isernino Elio Franceschelli, nata da alcuni mesi e che sta portando avanti una linea editoriale volta al confronto, alla critica e all'attacco su molte mancanze dell'ambiente artistico-politico-culturale molisano. Un modo diverso, anche, di concepire l'arte come intervento civile e performance pubblica che si basa molto sul dibattito e lo scontro.

Freedom of the Spirit


A desert night
in a sleepy town
between brick walls, history..
..and nowadays absolutely nothing to do
young people expressing their souls
their feeling
their thoughts
and the discontents of the modern civilization
with drawings
photographies
in a somewhat subversive action
that leads to the freedom of the spirit.

mercoledì 19 marzo 2014

Giornate FAI di Primavera in Molise - tutti gli appuntamenti



Sabato 22 e domenica 23 marzo 2014 tornano le Giornate FAI di Primavera! Lo storico appuntamento del FAI, giunto quest'anno alla sua 22ma edizione, farà conoscere 750 luoghi in tutta Italia, molti dei quali generalmente chiusi al pubblico: parchi, monumenti, chiese, palazzi, ville, giardini.

Da questo link i luoghi della cultura aperti in Molise

Il Museo Barone e la Biblioteca di Baranello, scrigni d’arte e cultura nel cuore del Molise



“Il vero cittadino è quello che ama la sua patria e che desidera tutti i suoi concittadini virtuosi felici e difesi, contribuendo al beneficio degli altri”
Giuseppe Barone

di Enzo Garofalo su Famedisud
A volte capita di interessarsi di una storia che improvvisamente si fa “ponte” verso altre storie, in un gioco affascinante di intrecci e concatenazioni che portano a scoprire “mondi” inaspettati. Noi di FDS ci stavamo occupando di una vicenda pugliese di fine ‘800 di cui vi parleremo in una prossima occasione, quando la nostra ricerca ci ha portati sulle tracce del molisano Giuseppe Barone (1837-1902), valente architetto nonché figura di uomo eclettico secondo la migliore tradizione erudita ottocentesca.
Seguendo quelle tracce siamo arrivati fino in Molise, a Baranello, un borgo di meno di 2785 abitanti arroccato su un colle a guardia dei valloni fra i quali scorre il fiume Biferno. Ad appena una decina di chilometri da Campobasso, eppure sufficientemente distante dalla frenesia cittadina da offrire un senso di preziosa pace agreste immerso com’è fra colline disposte a semicerchio, piccole alture coltivate e verdeggianti boschetti, in un territorio ricchissimo di acque per via delle numerose sorgenti.
Ad accoglierci è il piccolo e moderno centro residenziale amministrativo, con ampi e funzionali parcheggi, come quello munito di belvedere che offre un ampio e gradevolissimo colpo d’occhio sul borgo e sullo splendido massiccio del Matese in questo periodo ancora tutto innevato. Da qui si diparte il corso principale del paese costeggiato da case e palazzi, nei più antichi dei quali a volte domina un sapiente uso del laterizio non privo di elementi ornamentali in terracotta che sembrano riecheggiare influssi umbri. Scopriamo così che il paese è stato sede di una fornace che fino agli anni successivi al secondo dopoguerra ha impiegato ben 400 operai, alcuni dei quali provenienti da fuori regione. Dall’estremità opposta del corso si sviluppa invece il centro storico, situato nella zona più alta dell’abitato. E’ di origine medievale come testimonia il caratteristico impianto planimetrico, ma conserva ben leggibili anche le tracce dei secoli successivi.
L’aria è leggera e frizzante e già porta con sé i profumi della primavera alle porte. E’ difficile staccare lo sguardo dal luminoso orizzonte, ma un appuntamento con una persona speciale ci attende presso laBiblioteca Comunale. Incontriamo così il dott. Claudio Niro, 89 anni portati benissimo, con la disinvoltura di chi nella vita ha puntato tutto sul valore atemporale della Cultura, di cui continua a farsi strenuo promotore. Ha l’incarico di dirigere la Biblioteca, una realtà alla cui crescita (avvenuta soprattutto attraverso donazioni private) ha contribuito in modo determinante e di cui è giustamente orgoglioso; del resto non è certo cosa consueta trovare un piccolo borgo con una biblioteca di 20 mila volumi, alcuni dei quali vere e proprie rarità.
Niro ci racconta ad es. come qui sia disponibile la prima edizione della Enciclopedia Treccani del 1936la più ricca collezione di libri sul Molise; ci mostra i documenti manoscritti settecenteschi dell’archivio di Giuseppe Zurlo, nobile e illuminato cittadino di Baranello nonché ministro delle finanze nel borbonico Regno di Napoli e ministro dell’interno durante il periodo francese: materiale rarissimo tutto da catalogare e da studiare; ci segnala la presenza di vari testi del Cinquecento e del Seicento,permettendoci di ammirare una rara edizione a stampa, con integrazione manoscritta, del cinquecentescoAlmanacco Perpetuo dell’astrologo e astronomo calabrese Rutilio Benincasa.
I ragazzi di Baranello hanno la fortuna di avere questa biblioteca proprio sotto la loro scuola e ad accoglierli trovano il direttore o una delle volenterose ragazze che gli danno volentieri una mano a far funzionare questo luogo così prezioso, al cui futuro forse qualcuno dovrebbe cominciare a pensare con altrettanta passione di quella profusa da Niro.
IL SORPRENDENTE MUSEO “GIUSEPPE BARONE” – GUARDA LA PHOTO GALLERY
Ma la Biblioteca non è l’unico orgoglio del nostro gentile cicerone. A Baranello c’è anche un altro luogo davvero straordinario che Claudio Niro dirige e la cui presenza basterebbe da sola a rendere il borgo un polo culturale e turistico di eccellenza, se soltanto si riuscisse a farlo meglio conoscere al grande pubblico. Eccoci quindi tornati all’architetto Giuseppe Barone (nella foto) e alla bella eredità lasciata ai suoi concittadini: il Museo Civico a lui intitolato. Si tratta di una collezione di inestimabile valore storico, artistico e archeologico, che insieme a poche altre in Italia – come la “Collezione Caputi” di Banca Intesa al Museo Archeologico di Milano e la “Collezione Jatta” dell’omonimo Museo Nazionale di Ruvo di Puglia – testimonia il colto gusto collezionistico di un’epoca conservando nella sua integrità la raccolta e l’esposizione così come concepite dal proprietario.
La collezione ha sede presso il palazzo in cui un tempo vi era il Municipio, al quale fu donata dal Barone nel 1897. Ristrutturato su progetto dell’architetto con facciata in stile rinascimentale fiorentino su cui campeggia una bella meridiana in marmo bianco, il palazzo ospita – fra primo e secondo piano –testimonianze dell’attività professionale del Barone (numerosi e bellissimi disegni di architetturaoltre ad alcuni grandi plastici di monumenti che gli valsero attestati e diplomi di benemerenza in importanti concorsi di architettura) e la magnifica collezione d’arte. A questa sono riservate due sale del secondo piano dove, nelle originali ed eleganti vetrine ottocentesche, si custodiscono più di 2000 oggetti catalogati con cura dallo stesso Barone nel volume “Il museo civico di Baranello: ordinato, descritto ed illustrato dall’architetto Giuseppe Barone” (Pierro e Veraldi, Napoli).
La raccolta più che ad un’idea moderna di museo è in certa misura ascrivibile alla tradizione delleWunderkammer o Cabinets de curiosités o Stanze delle Meraviglie che soprattutto fra XVI e XVIII secolo hanno spopolato in Europa fra i nobili e ricchi cultori del Bello, dell’Antico e del Bizzarro [v. qui degli esempi]. La similitudine però si ferma al dato dello spirito collezionistico, enciclopedico e della libertà espositiva, perché quanto al resto più che inseguire la curiosità o la rarità fine a se stessa, Barone si è lasciato guidare da una visione etico-civica dell’arte quale strumento per la crescita spirituale dell’Uomo. Come egli stesso scrive nel Catalogo, “questi musei artistici e industriali hanno lo scopo di diffondere lo studio dei prodotti dei vari periodi storici delle nazioni, di aprire la mente all’invenzione e gli occhi al sentimento del Bello”.
LE COLLEZIONI
Entrare in questo museo è compiere un viaggio attraverso le epoche ammirando testimonianze dell’umano ingegno prodotte nei secoli, cogliendo l’evoluzione del gusto nel suo continuo gioco di rimandi fra tradizione e innovazione, e infine apprezzando la dedizione di un’intera vita dedicata all’arte che animò il collezionista intriso di cultura classica, del quale si conservano in una vetrina anche i libri che lo accompagnarono in questa sua esplorazione dell’universo artistico. Ed ecco allora affacciarsi al vostro sguardo manufatti litici preistoricivasi egizi (si conservano due canopi con ancora tracce degli organi del defunto) e altri Aegyptiacavasi greci (ce ne sono ben 120 fra attici, corinzi e italioti, a coprire un periodo fra il VI e il III sec. a.C.), vasi etruschistatuettebronzi, oggetti di vita quotidiana o di prestigio, ceramichemaiolichemonetestatue antiche di presepi napoletani di finissima fattura,arredi sacri, libri antichi e una raccolta di dipinti fra XVI e XIX secolo.
Tra i quadri (una trentina), esposti a quadreria sulla parete accanto allo scalone d’ingresso della prima sala, spicca in posizione centrale il bellissimo San Paolo Eremita, attribuito a un artista della cerchia di Jusepe de Ribera (Xatìva 1591 – Napoli 1652) detto lo Spagnoletto (il Barone lo attribuiva a Francesco Fracanzano, allievo del Ribera) e un Bosco di Fontainebleu firmato Giuseppe Palizzi (Lanciano 1835 – Passy 1888) e datato 1848, preziosa testimonianza del periodo francese del pittore. Fulgido esempio della pittura che in ambito meridionale si affermò dalla metà del ‘600 sulla scia di quella nordeuropea è invece il Mangiatore di prosciutto, copia perfetta di un’incisione dell’artista olandese Cornelius Bloemaert del 1625. Nella seconda sala non si può che rimanere rapiti dalla ricchezza delle vetrine che espongono una straordinaria raccolta di ceramiche: dalle maioliche di Faenza, alle eleganti porcellane di Sevres o di Meissen, dal biscuit di Capodimonte agli splendidi esemplari di porcellane cinesi e giapponesi. Non mancano infine oggetti provenienti da diverse altre parti del mondo e raccolti secondo il gusto eclettico tipico del collezionismo di fine Ottocento. Ricchissimo il registro delle visite, fra le cui firme spiccano quelle di re Vittorio Emanuele III di Savoia e di suo figlio Umberto II.
Percorrendo le vie del paese abbiamo intravisto altre tracce dell’illustre cittadino (ricordato in una lapide posta sulla sua casa), come la monumentale Fontana a Cerere del 1896 – un vero tripudio di celebrazione del mondo antico e dei suoi miti fra natura e cultura, che reca gli interventi del grande scultore calabrese ottocentesco Francesco Ierace (alcuni altorilievi leonini in bronzo e la grande statua di Cerere, dea delle messi) – e la Chiesa della Confraternita del SS. Rosario progettata nel 1890. Una bella passeggiata in salita verso la sommità del centro storico ci ha infine portati alla neoclassica chiesa di S. Michele Arcangelo in cui è custodito un gruppo di pregevoli tele sei-settecentesche fra cui spiccano una magnifica Pietà di Battistello Caracciolo e una toccante Madonna Addolorata di Francesco De Mura, entrambi napoletani.
Di fronte a tanta Bellezza non ci resta che raccogliere con umiltà l’eredità materia e spirituale di Giuseppe Barone sintetizzata in queste sue parole: “il museo civico di Baranello, di questo mio caro paesello, concorrerà anch’esso a salvare e a custodire i preziosi saggi delle arti e delle industrie dei nostri antichi padri, illustrandoli e divulgandoli a beneficio dell’odierno progresso. E quest’opera di patria carità, ho fede, sarà rimuneratrice nello svolgersi delle industrie e meritoria al cospetto della posterità”.

Per maggiori informazioni vi consigliamo di leggere la pubblicazione “Il Museo Civico di Baranello” sul n. Luglio/Settembre 2012 del periodico ARCHEOMOLISE – Potete consultarla e scaricarla QUI


lunedì 17 marzo 2014

La medusa e il ragno - studi sui di Capua nel Molise del 500


Invito alla presentazione del numero III "La Medusa e il ragno. Studi sui di Capua nel Molise del Cinquecento", della collana Museo e Territorio, che si terrà mercoledì 19 marzo 2014 alle ore 18.00 presso il Castello di Capua a Gambatesa (CB).

venerdì 14 marzo 2014

REVOLUTION - La mostra - Extralab a Campobasso





REVOLUTION _MOSTRA
15 Marzo - 5 Aprile

Galleria Artes contemporanea
Via Elena, 60 Campobasso
Tel. 0874 443377

Aperta dal lunedì al sabato 9:00 13:00 - 15:30 20:00
Chiusa sabato pomeriggio 

A cura di
Rosa Catalano
Sara Iafigliola

Testo critico
Tommaso Evangelista

Presentazione di
Aurora Spinosa
Rino Squillante

in collaborazione con
Corsi di Pittura e Tecniche Extramediali dell’ Accademia di Belle Arti di Napoli
Prof. Rino Squillante


La mostra REVOLUTION presenta per la prima volta, presso la galleria Artes Contemporanea a Campobasso , i lavori degli studenti dei corsi di Pittura e Tecniche Extramediali dell'Accademia di Belle Arti di Napoli condotti da Rino Squillante, con la collaborazione di Rosa Catalano e Sara Iafigliola. Il fatto che la ricerca e la sperimentazione, frutto della formazione che si realizza nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, venga esportata in contesti e territori “altri” rispetto alle aule e i laboratori dello storico edificio di Via Costantinopoli è il segnale che il lavoro dei nostri studenti, giovani artisti, trova un viatico che indica speranze e passioni da alimentare.

“Questa mostra, testimonia un legame che unisce il Molise alla nostra Accademia che nel tempo è stata ed è di riferimento per i tanti giovani che scelgono di formarsi a Napoli”, dice la Direttrice Aurora Spinosa. Gli artisti sono parte di questo mondo e subiscono nello stesso modo onore ed oneri di un sistema completamente votato al funzionamento delle economie, ecologie, ecomafie. Per anni abbiamo costruito il mondo intorno a noi come se fosse un bozzolo, per proteggerci senza allontanarsi, sentire ovattato e vedere appannato. I giovani hanno ricevuto in eredità i debiti della politica e i rifiuti tossici. Traditi e arrabbiati. I lavori presenti in questa mostra sono la conseguenza di una consapevolezza, il lavoro per un artista è sempre un tentativo, è l’articolazione di un codice che forma un linguaggio. Questi lavori raccontano in maniera sensibile, questo è il grande risultato, un sentire personale che diventa patrimonio comune. L’arte che parla a tutti. Questi giovani non sono come gli artisti di cento anni fa, non sono le avanguardie, non si radunano per scrivere manifesti, non fanno i saloni di protesta. Escono, vanno al supermercato, si fidanzano e vanno al mare, usano il loro presente in maniera più o meno consapevole e quando creano lo fanno usando le cose che tutti conoscono e usano , telecamere, macchine fotografiche, oggetti, banconote, il corpo. Parlano alla gente perché loro sono la gente, utilizzano le tecnologie e i pennelli, vanno in autobus e in bicicletta, mangiano tonno in scatola e pomodori biologici.

In mostra sono presenti anche una serie di fotografie e di testi esplicativi del progetto ORGH…!, un progetto artistico nato all’interno del corso di Pittura e Tecniche Extramediali tenuto dal professore Rino Squillante e realizzato da Rosa Catalano con Public/Zone, che ha come obiettivo il prendersi cura della propria terra attraverso azioni artistiche mirate. Gli studenti, infatti, hanno mostrato una particolare attenzione verso una tematica sociale quanto mai viva e sentita quale la violenza che hanno subito i nostri territori sia ‘fisici’ che ‘interiori’. Il progetto, attraverso nuovi processi creativi e comunicativi, mette in luce, in questo momento storico, caratterizzato da un profondo senso di smarrimento, il valore e la grande forza che l’arte nella sua pratica può dare nel rifondare principi e modelli di riferimento, affrontando con coraggio la delicata questione della cosiddetta “terra dei fuochi” .

Artisti
Bistesti Veronica, Capozzi Greta, Cui Junjie, D’Addario Fabio,Della Guardia Antonio,Fizzarotti Marco, Fusco Nunzio, Gallo Marco,Hoaran Zhou, Scherma Maria,Spinelli Michela Claudia

giovedì 6 marzo 2014

Martyrion - Sancta Lucia


MARTYRION - SANCTA LUCIA 

un film di Giandomenico Sale 

con 
Azzurra De Gregorio
Maurizio Modica
Giandomenico Sale
Maria Teresa Colarelli
Maria Emma Di Vito
Enrica Sciarretta
Vittoria Venditti
Antonio Sale

Musiche di Marco Werba

Direttore della Fotografia William Mussini 

Costumi Frankie Morello Milan 

Lucia, cristiana dei primi secoli dopo Cristo, si reca in pellegrinaggio nella catacomba di Sant’Agata nella speranza di ottenere la guarigione della madre gravemente malata. Durante la veglia di preghiera, davanti l’altare, si addormenta. In sogno le viene rivelato che può salvare essa stessa la madre grazie alla sua santità senza l’intercessione di nessuno. Lucia decide così di consacrarsi totalmente al suo credo, spogliandosi di tutti i suoi beni e offrendo la sua verginità a Dio. Il culto cristiano è vietato dalle leggi romani e la giovane, pedinata dal suo spasimante durante la visita alla catacomba, viene denunciata al Prefetto romano Pascasio. Pascasio, che la processa in quanto cristiana, chiede a Lucia di rinnegare il suo Dio, al suo rifiuto il Prefetto inizia una serie di torture che culminano nel martirio finale. La figura di Lucia va oltre l'aspetto sacro in quanto rappresenta un personaggio fortemente carismatico e disposto a tutto per i propri ideali. L’orientamento alla contemporaneità, contribuisce a rendere questa figura una sorta di icona dei nostri giorni. Viene estrapolata dal suo contesto storico per fissarla in un tempo indefinito, caratterizzato dal contrasto tra la perfezione e la decadenza, contrasto che si riscontra sia nei personaggi che nei luoghi. La scelta di pochi dialoghi è volta ad orientare l’attenzione dello spettatore ai dettagli della scena: le espressioni del volto, i movimenti del corpo, gli oggetti, le iconografie. Tutti elementi che portano ad una fusione tra sacro e profano rendendo la protagonista unica nel suo genere.

Il cortometraggio verrá presentato alle 21.30 presso il Cinema Sant'Antonio Termoli - ingresso libero - 14 marzo

L'arte al femminile all'Officina Solare


L'ARTE AL FEMMINILE
Enza Acciaro / Valeria Acciaro / Aliaksandra Baraukova / Enrica Caula
Mantra Cerrone / Mariagrazia Colasanto / Angela Caposiena
Lucia Di Miceli / Cecilia Falasca / Sara Iafigliola / Cinzia Mastropaolo / Simona Materi / Manuela Mazzini / Maya Nagy / Fabiola Mignogna / Sara Pellegrini
Mariangela Regoglioso / Rosa Socci / Cristina Valerio

8/27 MARZO 2014

Inaugurazione sabato 8 marzo 2014 ore 18.30
INGRESSO LIBERO

Apertura tutti i giorni ore 18.30/20.30

Officina Solare Gallery
Via Marconi, 2 Termoli

Se muore il Sud - Presentazione a Isernia


Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia 
Mercoledì 12 marzo 2014, ore 17,30 

 “Se muore il Sud” 
 Il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, Se muore il Sud edito da Feltrinelli, sarà presentato a Isernia da Salvatore Settis, Tomaso Montanari e Gino Famiglietti presso il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia, mercoledì 12 marzo alle ore 17,30. Se muore il Sud nulla può salvare l’Italia intera, e in questa opera di salvataggio un ambito fondamentale è quello del patrimonio culturale e dell’ambiente. L’incontro pertanto sarà motivo per una riflessione sui beni culturali in Italia e nella specifica situazione del Molise. 

Info: 
Soprintendenza BSAE Molise, sbsae-mol@beniculturali.it/tel. 0874 431350 
Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia, sba@beniculturali.it/tel. 0865 290687 
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