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martedì 6 giugno 2023

Arte Pentra Dimenticata e Ritrovata


Arte Pentra Dimenticata e Ritrovata
Cecola, Formichelli, La Posta, Moulin, Succi, Taccola
Retrospettiva d’arte
16 giugno – 30 giugno 2023
Spazio Arte Petrecca │Corso Marcelli 180 │Isernia
Da un’idea di Alessandro Testa
A cura di Tommaso Evangelista e Alessandro Testa
Organizzazione Donato Giannini
Con il patrocinio della Provincia di Isernia e del Comune di Isernia

Il vernissage è previsto il 16 giugno 2023 alle ore 17:00. La conclusione della
mostra, invece, il 30 giugno alle ore 19:00.

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Restituire degna memoria ad alcuni artisti novecenteschi di area pentra che negli ultimi
decenni sono stati ingiustamente dimenticati o mai celebrati, a dispetto della qualità della
loro opera. È questo lo scopo della retrospettiva Arte Pentra-Dimenticata e Ritrovata,
organizzata da Donato Giannini da un’idea di Alessandro Testa (Università di Praga), e
curata dallo stesso Testa e dallo storico dell’arte Tommaso Evangelista (Università
Mercatorum).
Gli artisti in retrospettiva appartengono a generazioni, tecniche e stili diversi, così come
diverse sono le loro estetiche e poetiche. Ciò che li accomuna è non solo il fatto di esser
nati o vissuti in area pentra, ma anche di aver rappresentato o sublimato nella loro opera
alcuni tratti di questo territorio. Nell’ottica della riscoperta dei contesti territoriali si vuole
colmare una lacuna storica e riportare alla luce della critica i lavori degli artisti individuati.
Sono Carmine Cecola, Raffaele Formichelli, Erennio La Posta, Charles Moulin,
Giuseppe Succi, e Umberto Taccola i sei artisti scelti. 54 le opere, tra sculture, grafiche
e pitture, che saranno esposte nello Spazio Arte Petrecca. La totalità dei lavori proviene
da collezioni private, quindi poco noti al grande pubblico.
Si tratta di un lavoro minuzioso di recupero portato avanti con dovizia dai due curatori. Da
più di un anno i responsabili hanno lavorato alacremente per la riuscita di un evento

culturale che riporterà alla luce capolavori “dimenticati” e “ritrovati”. Sarà l’occasione per
omaggiare Carmine Cecola nell’anno del centenario dalla nascita, mostrare ai visitatori il
famoso autoritratto di Charles Moulin che nell’immaginario collettivo balza subito alla
mente quando si cita il pittore francese, eremita per parte della sua vita a Castelnuovo a
Volturno. Di quest’ultimo si attesta che l’ultima e unica retrospettiva è datata 1969, a cura
di Sabino D’Acunto. Non meno significative le sculture di Raffaele Formichelli, che con la
sua maestria ha decorato numerosi palazzi di Isernia e provincia. Le incantevoli tavole di
Umberto Taccola, il quale con i suoi disegni ha dipinto scorci affascinanti dei paesi del
Molise che raccontano di un mondo sospeso, o le straordinarie incisioni di Erennio La
Posta, cariche di echi espressionistici. Per ultimo i soggetti di Giuseppe Succi, che
nascondo le sue sofferenze e tensioni in uno stile estremamente personale.
Per questi motivi e per la bellezza dei quadri e delle sculture esposte, si potrà rivivere un
secolo di storia dell’arte pentra che merita di essere (ri)valorizzata.
Donato Giannini

Per l’inaugurazione sarà presentato il catalogo dall’omonimo titolo: una pubblicazione di
108 pagine con testi critici e note biografiche degli artisti redatti da Tommaso Evangelista
e Alessandro Testa, fotografie delle opere in alta definizione, interventi del sindaco di
Isernia Piero Castrataro e del proprietario dello spazio espositivo, Gennaro Petrecca, oltre
a un testo del compianto Giambattista Faralli su Giuseppe Succi, nonché la ristampa
anastatica dell’unico catalogo a oggi esistente dedicato a Charles Moulin. Il catalogo è
edito da Edart Comunicazione.

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INFO
Arte Pentra Dimenticata e Ritrovata
Cecola, Formichelli, La Posta, Moulin, Succi, Taccola
Inaugurazione 16 giugno 2023 ore 17.00 │Spazio Arte Petrecca - Corso Marcelli 180, Isernia
│Orari e giorni d’apertura: dal 16 giugno al 30 giugno 2023, tutti i pomeriggi dalle ore 18.00 alle
ore 20.00
Contatti Donato Giannini 338 10 81 096 - donatogiannini@gmail.com │ Alessandro Testa 338 78
18 666 – alessandro.testa@fsv.cuni.cz│Tommaso Evangelista 331 52 23 973 –
tommasoevangelista@gmail.com


 

domenica 24 luglio 2022

VIS à VIS FUORILUOGO 25 Artists in Residence Project

 VIS à VIS FUORILUOGO 25

Artists in Residence Project


Intervento finanziato con risorse FSC - Piano Sviluppo e Coesione della Regione Molise

e con il contributo dei comuni di Lucito (CB) e Provvidenti (CB)

 

da sabato 6 agosto 2022

Lucito (CB), artista in residenza Anna Capolupo

Provvidenti (CB), artista in residenza Lucia Magnifico

 

 

Comunicato stampa

 

Da sabato 6 agosto 2022 prende avvio la nuova edizione di VIS à VIS Fuoriluogo 25, programma internazionale di residenze artistiche che quest’anno ospita le artiste Anna Capolupo e Lucia Magnifico, nei comuni molisani di Lucito e Provvidenti (CB). Il progetto, diretto dall’associazione culturale Limiti Inchiusi (Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia), è a cura di Tommaso Evangelista e Matteo Innocenti.

 

Il programma internazionale di residenze artistiche VIS à VIS Fuoriluogo, che quest’anno giunge all’undicesima edizione - dall’avvio nel 2012 da parte dell’associazione culturale Limiti Inchiusi - segna il passaggio del decennale con alcune importanti novità nelle modalità e negli obiettivi.

Il programma prevede, a partire da questa edizione, che le artiste e gli artisti vengano ospitati su invito diretto da parte dell’associazione e dei curatori. Inoltre le residenze, mantenendo l’identità che le hanno sinora caratterizzate, ovvero il forte rapporto con le comunità, vengono messe in relazione a degli obiettivi specifici legati ai singoli contesti ospitanti. In questa edizione per quanto concerne Lucito si lavorerà sulla Pinacoteca intitolata ad Antonio Pettinicchi - celebre artista molisano scomparso nel 2018 - mentre per Provvidenti si guarderà alla riqualificazione in chiave culturale di edifici e spazi di proprietà comunale, ad oggi disabitati, con l’obiettivo di attivarli per l’intero anno. Come ad ogni edizione i due artisti, insieme ai curatori, renderanno vitale la residenza con una serie di workshop, incontri e una mostra finale che segnerà anche la consegna di un lavoro alla collettività. La residenza sarà testimoniata da un catalogo e un video-documentario.

VIS à VIS, tra le associazioni promotrici di STARE - Associazione delle Residenze d'artista italiane, si dimostra tra le residenze artistiche più longeve e interessanti dedicate alle aree interne e alle comunità locali.

 

Le due artiste invitate a VIS à VIS Fuoriluogo 25 sono Anna Capolupo (Lamezia Terme, 1983; vive e lavora a Firenze) che opererà a Lucito, e Lucia Magnifico (Isernia, 1993; vive e lavora a Bologna) che opererà a Provvidenti.

 

Anna Capolupo (Lamezia Terme nel 1983) vive e lavora a Firenze. Laureata in pittura all’Accademia delle Belle arti di Firenze. E’ fra i vincitori del Premio Nocivelli del 2020, Vincitrice del Premio Combat Prize nel 2016 e Finalista al Premio Terna del 2014. Nel 2019 è stata selezionata al programma di residenze presso LA CASAPARK art residency di New York, la Residenza Facto di Montelupo Fiorentino e ha preso parte al Simposio di Pittura della Fondazione Lac o Le mon a San Cesario di Lecce. La sua ricerca ruota attorno alla vita delle cose quotidiane, debitamente organizzate nel solco della tradizione pittorica della natura morta. Le sue opere sono caratterizzate dalla presenza di una piattaforma, su cui poggiano giochi d’infanzia, piante e oggetti di uso comune; un piano di valore simbolico che eleva, come in una scena teatrale, l’ordinario e il prosaico a una dimensione straordinaria ed enigmatica. L’atmosfera onirica è data dal colore, dal contorno degli elementi votati al non finito confondendosi con la scena circostante, è l’accostamento singolare di certi elementi, ritrovati più per gioco che per una loro ragione pratica. I piani, inquadrano ed espongono con naturalezza il mondo interiore dell’artista, diviso tra sogno e realtà. Collabora con diverse gallerie e spazi indipendenti sul territorio nazionale.

Mostre selezionate: Pittura, Pittura, Pittura Project room Marignana Arte a cura di Serena Fineschi, “A New Body of Paintings” presso SuperStudiolo, all’interno del programma del Festival di Arte Contemporanea ArtDate a cura di The Blank Contemporary Art, Bergamo; SALON PALERMO testo critico di Antonio Grulli presso Rizzuto Gallery, Palermo; FRAGILE a cura di Christian Caliandro presso Monitor Gallery Roma; Un giorno in casa, presso Fondazione Smart Roma, a cura di Davide Ferri e Saverio Verini, Roma; Portafortuna, presso Toast project Space, Manifattura Tabacchi, (Fi).

 

Lucia Magnifico nasce a Isernia nel 1993, si trasferisce a Milano nel 2013 dove studia Nuove tecnologie per l’arte presso l’accademia di belle arti di Brera. Inizia qui a interessarsi al documentario e alla videoarte. Nel 2017 sviluppa il suo progetto di tesi, il cortometraggio Hawaii Point nel campo profughi informale di Calais in Francia. Le riflessioni sull’etica del filmare in contesti socialmente difficili la inducono allo studio dell’antropologia. Si iscrive alla magistrale di Antropologia Culturale ed Etnologia a Bologna coronando i suoi studi con una tesi in Antropologia Visiva - sul filo rosso delle migrazioni - lungo la rotta balcanica. Qui produce il cortometraggio documentario/performativo Escape Point. Adesso, attraverso l’arte e il video, ricerca le proprie radici nelle terre molisane esplorando alcuni temi quali lo spopolamento, il turismo e quell’alone di magia che caratterizza i piccoli luoghi che hanno la fortuna di restare autentici.

 

Limiti inchiusi è un’associazione di produzione culturale e artistica con sede a Limosano in provincia di Campobasso. Fondata nel 1994, promuove progetti d’arte contemporanea dal respiro internazionale in costante dialogo con il territorio del Molise, come indagine sul paesaggio e i borghi molisani. Con residenze d'artista, mostre, installazioni d’arte pubblica, workshop, laboratori ed incontri, Limiti inchiusi pone al centro il territorio regionale per rileggerlo e mapparlo nei suoi cambiamenti, creando nuove narrazioni. Il lavoro svolto negli anni, documentato con numerose pubblicazioni, ha riguardato la produzione di opere d’arte, la didattica con le nuove generazioni, la ricerca e l’inclusione sociale con uno sguardo attento alle emergenze e problematiche delle comunità coinvolte.

Dal 2012, con la direzione degli artisti Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia, l'associazione ha inaugurato i programmi internazionali di Residenze per artisti Vis à Vis Fuoriluogo e Vis à Vis Flaneur. Nel 2021 Limiti inchiusi è tra i soci fondatori di STARE - Associazione delle Residenze d'artista italiane.

 

 

Contatti:

limitinchiusi@gmail.com

328.1413929 . 392.9999001

www.limitinchiusi.it

www.limitinchiusi.jimdofree.com

facebook: Limiti inchiusi arte contemporanea

facebook: Vis a Vis - Fuoriluogo

instagram: limiti.inchiusi


Vis a Vis Fuoriluogo 25



Lucia Magnifico


Anna Capolupo


martedì 9 giugno 2020

Linea 1201 - Residenza diffusa dell'artista Angelo Bellobono - Prima tappa alla capanna di Charles Moulin

Angelo Bellobono, Paesaggio raschiato, 2020, oil on wood, cm. 20x30
Dal 22 Giugno 2020 al 30 Settembre 2020
ROCCHETTA A VOLTURNO | ISERNIA
LUOGO: Sedi varie
INDIRIZZO: sedi varie
CURATORI: NOS Visual Arts Production
ENTI PROMOTORI:
  • Associazione Atla(s)Now


Linea 1201 è un programma di residenza diffusa dell’artista Angelo Bellobono, promosso dall’associazione Atla(s)Now, a cura di NOS Visual Arts Production e realizzato con il contributo della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele
 
Tra l’estate e l’autunno 2020, partendo da Roma, base operativa dell’artista, Angelo Bellobono intraprenderà un programma di residenze itineranteche attraversa l’Appennino in quattro tappe per investigare e raccontare le terre alte dell’Italia mediante l’arte, in dialogo con altri artisti, esperti e appassionati. Durante il percorso, l’artista produrrà unanuova serie pittorica, dove la pratica en plein air dei grandi pittori ottocenteschi sarà la chiave per raccontare un’Italia nascosta e promuovere un’idea di turismo culturale lento e consapevole, che necessariamente diventa sempre più impellente favorire. Aconclusione del progetto sarà pubblicato un libro edito da viaindustriae publishinge a cura di NOS, in cui confluiranno riflessioni sull’esperienza e un racconto sul paesaggio. Di importanza centrale, in quest’ottica, saranno anche le iniziative aperte al pubblico organizzate in occasione di ogni tappa, come escursioniworkshop, che permetteranno alle persone di condividere insieme all’artista percorsi, riflessioni e visioni (per i dettagli sui programmi e le prenotazioni: info@nosproduction.com). Nel corso del progetto, sul sito web e sui canaliInstagrameFacebook di NOS Visual Arts Production sarà inoltre possibile seguire, a cadenza regolare, il diario on line dell’esperienza.
 
Da tempo in cantiere, Linea 1201prende il via in coincidenza della riapertura post emergenza Covid-19 con l’intento di far tesoro e dar seguito ad alcune riflessioni emerse durante il periodo di lockdown su temi quali l’isolamento e i confini, il rapporto con il paesaggio e l'ambiente, ma anche rispetto ai cambiamenti che hanno subito il nostro approccio al camminare e alle relazioni, e, non ultimo, al territorio montano con le sue esclusive modalità di frequentazione. Il numero “1201” che dà il titolo al programma rappresenta la lunghezza della catena montuosa, dal limite sud dell’Aspromonte calabrese, fino al Monte Maggiorasca in Liguria.Le terre alte – commenta Bellobono –richiedono un patto di reciproca appartenenza dettata dal corpo, e dagli sforzi che questo compie per conoscerle e viverle in modo sostenibilmente produttivo e visionario.

Con Linea 1201, l’artista prosegue un’indagine già avviata sulle aree rappresentative del Mediterraneo, pensato come un grande “lago di montagna” incastonato tra le vette che lo incorniciano e di cui la dorsale appenninica rappresenta metaforicamente una nave che lo attraversa. Questa linea altalenante, che unisce le cime nel corso di 1201 km, è già stata interamente percorsa a piedi da Bellobono nell’estate 2018, quando l’artista ha dedicato un mese a percorrere in “salita e discesa” ognuna delle vette più alte per raccoglierne le terre diverse, simboli delle loro identità differenti, per farne poi un quadro cui ha dato il nome di “Monte Appennino”.
 
Guardare un paesaggio da lontano e dipingerlo senza incontrarlo e attraversarlo, rappresenta un’impressione, un esercizio di linee e macchie più o meno virtuoso. Nel momento in cui lo si attraversa il paesaggio si disintegra alla vista e si ricompone con i nostri sensi, i nostri passi, il nostro corpo. Immaginazione e ricordo si fondono. (Angelo Bellobono)
 
A cura di NOS Visual Arts ProductionLinea 1201 si inserisce nel percorso di ricerca che le curatrici dell’agenzia di produzione artistica Elisa Del Prete Silvia Litardi perseguono sulla dimensione unica dei contesti della provincia italiana. In risposta alla riapertura che segue lo stato di emergenza che l’Italia ha vissuto in questi ultimi mesi, Linea 1201si propone come un gesto di ripartenza che pone al centro la pratica artistica e la sua forza estetica e generativa.
 
Le Tappe e i territori
 
Nel corso di cinque mesi il programma di residenze farà tappa presso quattro “Campi Base” scelti da Bellobono come luoghi significativi sia per la diversità geologica che li caratterizza sia per il posizionamento geografico e simbolico che l’artista vi attribuisce.
 
La prima tappa avrà luogo dal 22 al 28 giugnoalla Capanna Moulin sulla vetta del Monte Marronenelle Mainarde, un gruppo montuoso aspro e selvaggio che unisce i confini di Lazio e Molise. La Capanna era stata scelta, nella prima metà del Novecento, dal pittore francese Charles Moulin come dimora per ritirarsi in eremitaggio pittorico e spirituale. Dopo aver frequentato l’Ecole des Beux-Arts di Parigi e frequentato i pittori dell’epoca da Matisse a Roualt, Moulin giunge per la prima volta in Italia nel 1896, anno in cui vince il Prix de Rome, per scegliere poi di non allontanarsi più. Caratterizzata da un ambiente naturale pressoché intatto, privo di ogni comfort domestico, la capanna costruita dall’artista francese, e oggi ripristinata, con Linea 1201diventa per la prima volta nuovamente “studio d’artista”. Ispirandosi alla pratica d’isolamento del suo predecessore, Bellobono ne farà rivivere lo spirito artistico proprio a partire dall’esperienza appenninica che, al termine della residenza, confluirà sulla tela in forma di pittura. Domenica 28 giugno se ne vedranno gli esiti quando l’artista guiderà il pubblico in unescursione da Castelnuovo a Volturno (frazione di Rocchetta a Voturno) alla Capanna sul Monte Marrone per mostrare il proprio lavoro in dialogo con la pittura di Moulin. La partecipazione all’evento è gratuita. Per informazioni e prenotazioni: info@nosproduction.com oppure Comune di Rocchetta a Volturno, tel. 320 6187017 | 0865 955200.


 
Campo Base della seconda tappa sarà la cittadina di Latronico in Basilicata, ai piedi del Monte Alpi, dove, in collaborazione con l’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, la residenza di Angelo Bellobono si inserirà dal 27 luglio al 2 agosto nel programma culturale “A Cielo Aperto” curato dal duo artistico Bianco-Valente assieme a Pasquale Campanella. Dall’esperienza in solitaria a quella comunitaria, questa tappa darà vita a un percorso collettivo in cui l’artista, che vivrà in residenza in paese, giovedì 30 e venerdì 31 luglio realizzerà un laboratorio di pittura en plein aira partire da un’escursione aperta al pubblico alla scoperta del territorio del Monte Alpi che connette le diverse Regioni di Calabria, Lucania e Campania. Sarà l’artista stesso a fare da guida a un trekking centrato sul tema del “confine” in cui le linee altimetriche diventeranno i punti di vista per osservare territori geograficamente separati. La partecipazione all’evento è gratuita. Per informazioni e prenotazioni: info@nosproduction.comoppure Associazione Culturale Vincenzo De Luca, tel. 0973 858896 | 339 7738963.
 
In autunno Linea 1201 si sposterà a Valsamoggia, in provincia di Bologna dove, grazie alla collaborazione con la Fondazione Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, l’artista si immergerà in un territorio caratterizzato da un’identità più “addomesticata”, con aree fortemente industrializzate dove agricoltura e allevamento intensivi convivono. Qui diventeranno protagonisti i calanchi, espressioni fortemente tipiche dell’Appennino e tesori del patrimonio paesaggistico italiano che, per effetto erosivo, aprono sui versanti collinari veri e propri “palcoscenici” terrosi. Anche in occasione di questa terza tappa saranno organizzate iniziative aperte al pubblico. I dettagli saranno comunicati prossimamente.
 
La tappa conclusiva di Linea 1201, sarà infine Amatrice, sull’Appennino laziale all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: città che ha un legame stretto con l’artista e le sue comunità (vedi il progetto Io sono Futuro), simbolo del sisma del 2016 e al tempo stesso risorsa e modello prezioso per immaginare un futuro sostenibile. Qui, grazie alla collaborazione con la Casa della Montagna del CAI che fungerà da Campo Base, il programma di residenza si allargherà a una pratica corale con il coinvolgimento di altri artisti che condivideranno con Bellobono la pratica collettiva di pittura en plein air. I dettagli sui programmi e sulle iniziative aperte al pubblico saranno comunicati prossimamente.
 
Tutte le attività pubbliche di Linea 1201saranno svolte all’aperto nel rispetto del divieto di assembramento di cui all’articolo 1, comma 8, primo periodo, del decreto-legge 16 maggio 2020, n°33, e alla distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
 
I soggetti coinvolti
 
Angelo Bellobono è un artista visivo. Il suo lavoroparte dalla necessità di sperimentare un senso di appartenenza “corporale” ai luoghi per leggerne sedimentazioni e memorie. 
Dipingo per tornare a casa. La pittura è la mia mappa fatta di sudore, vento, freddo, sole, salite e discese, è la costruzione del sentiero. (Angelo Bellobono)
La sua pratica pittorica s’intreccia fortemente alla sua esperienza decennale in montagna come escursionista, maestro di sci e guida. Negli anni ha realizzato diversi progetti interdisciplinari in cui arte, sport e bio-sostenibilità diventano strumenti di connettività sociale e sviluppo microeconomico, come nel caso di Atla(s)nowcon le comunità Amazigh dell’Alto Atlante marocchino, o Before me and after my timecon i Ramapough Lenape, i nativi americani di New York e Io sono Futuronelle aree appenniniche colpite dal sisma. www.angelobellobono.com
 
Atla(s)now è una piattaforma interdisciplinare condivisa creata da Angelo Bellobono in cui l’arte e lo sci vengono utilizzati come mezzi di relazione sociale e sviluppo sostenibile di alcune comunità berbere dell’Alto Atlante marocchino a circa 60 km da Marrakech. Le attività del progetto si realizzano attraverso un programma di residenze per artisti e programmi di formazione per professionisti della montagna, maestri di sci e guide alpine locali. Essendo un’attività fortemente relazionale, gli artisti in residenza sono invitati a preparare lavori site specific e workshops con la comunità, utilizzando esclusivamente risorse locali. Le opere realizzate vanno a creare il primo Museo Diffuso dell’Atlas, divenendo strumento di connettività sociale e consapevolezza, in grado di coinvolgere l’intera comunità. I professionisti della montagna sono invitati a organizzare corsi di formazione per i maestri di sci e guide alpine locali, atti a potenziare competenze tecniche e garantire un elevato livello di sicurezza in montagna, proponendo a ragazzi e adulti opportunità di lavoro sostenibili, qualificate e utili a rinforzare, insieme alla presenza del Museo diffuso, la microeconomia locale. www.atlasnowproject.com
 
NOS Visual Arts Production. NOS è il direttivo curatoriale dell’associazione culturale Nosadella.due. Soggetto inedito che s’innesta in modo atipico nel sistema dell’arte attuale, sposando la concretezza del producer alla sensibilità del curator per realizzare nuove opere artistiche in contesti extra-ordinari. NOS nasce nel 2018 dall’esperienza delle due curatrici Elisa Del Prete e Silvia Litardi per far emergere e prendersi cura dei numerosi aspetti che rendono possibile la realizzazione di un’opera d’arte, dalla fase di progettazione in dialogo con l’artista, alle relazioni umani, culturali e operative che investono la produzione di progetti in contesti specifici, fino alla sua promozione e documentazione. www.nosproduction.com
 
La Fondazione Cultura e Arte,ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta dalProf. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, opera per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative culturali e artistiche, sulla base dell’assunto fondamentale che l’arte e la cultura – nelle loro molteplici forme e manifestazioni – svolgano un ruolo di primo piano nella crescita integrale della persona, nell’affermazione dei valori di condivisione e solidarietà, e nella formazione della coscienza collettiva, annullando le differenze e appianando i conflitti, a favore dell’inclusione sociale degli individui e del dialogo costruttivo fra i diversi popoli. 
La Fondazione è attiva nel campo delle arti visive e dell’attività espositiva, della multimedialità, dell’editoria, della musica, della poesia e della promozione e organizzazione di convegni, tavole rotonde, conferenze, think tank. I progetti di cui è artefice contribuiscono ad accrescere l’offerta culturale attuale e a valorizzare, attraverso specifici interventi, il patrimonio artistico-culturale dell’umanità non soltanto nel nostro Paese ma anche oltre confine, con uno sguardo particolare al Mediterraneo e all’Oriente. www.fondazioneculturaearte.it
 
La Capanna Moulin è l’abitazione che il pittore francese Charles Lucien Moulin (Lille 1869 - Isernia 1960) costruì sulla cima del Monte Marrone per ritirarsi in assoluto contatto con la natura, fonte primaria di ispirazione. Giunto per la prima volta in Italia nel 1896, e trasferitosi definitivamente in Molise nel 1919, vi rimarrà di fatto per tutta la vita conducendo un’esistenza singolare, al limite estremo dell’isolamento. Conservate per lo più in collezioni private alcune opere dell'artista sono state conservate dal Comune di Rocchetta a Volturno che l'anno scorso ha dedicato a Charles Moulin un prezioso Museo presso la frazione di Castelnuovo al Volturno, dove si trova anche la tomba dell'artista.
 
L’Associazione Culturale Vincenzo De Luca si forma e prende corpo nel 2005 a Latronico da un bisogno della famiglia De Luca, dei parenti e degli amici, di ricordare Vincenzo, scomparso prematuramente nel 1995. Ha promosso, autofinanziandosi, il progetto A Cielo Aperto, curato da Bianco-Valente e Pasquale Campanella, un’occasione per fare il punto sul senso e sui possibili sviluppi dell’arte in relazione a un contesto locale e alle sue specificità. La progettualità praticata nei laboratori è stata un elemento fondamentale per il dialogo e il coinvolgimento dei cittadini. 
La politica culturale messa in atto s’inserisce nel dibattito in corso sull’arte contemporanea, per lo sviluppo di un localismo consapevole, da cui far emergere storia, forme materiali e simboliche che accrescano il valore di spazio e luogo pubblico. www.associazionevincenzodeluca.com
 
La Fondazione Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, del Comune diffuso di Valsamoggia (nato nel 2014 dalla fusione dei Comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno) ha sede nella Rocca dei Bentivoglio ed è stata creata nel 2007 dall’allora Comune di Bazzano, la locale Pro Loco e l’Associazione musicale “L’arte dei suoni”, per gestire, coordinare, promuovere e valorizzare servizi e attività culturali. Oggi la Fondazione, che ha come primo obiettivo la diffusione culturale, gestisce, coordina, promuove e valorizza gli istituti culturali del nuovo comune, ovvero il Museo Civico Archeologico “Arsenio Crespellani”  di Bazzano e l’Ecomuseo della collina e del vino di Castello di Serravalle; tutte le attività della scuola di musica “Giuseppe Fiorini”; le biblioteche comunali di Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio, Savigno e la Mediateca di Bazzano; tutti gli archivi comunali. Promuove inoltre iniziative di valorizzazione e promozione del territorio di Valsamoggia in collaborazione e a supporto delle cinque Pro Loco locali oltre ad attività editoriali e di divulgazione nel settore dei beni culturali, della musica e dello spettacolo. www.frb.valsamoggia.bo.it
 
La Casa della Montagna è un progetto ideato da CAI e ANPAS con l’obiettivo di ripartire dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009 proprio attraverso la montagna, la sua conoscenza e la sua frequentazione, con la convinzione che quanto realizzato sia espressione significativa dello spirito di solidarietà che pervade le due associazioni nazionali. Costruita dove si trovava la Scuola “Romolo Capranica”, distrutta dal terremoto, la Casa della Montagna intende diventare l’edificio simbolo delle montagne della rinascita. Realizzato con tecniche di bioedilizia e priva di barriere architettoniche, l’edificio ospita al suo interno una sala boulder per l’arrampicata realizzata da ITAS Solidale mentre Montura ha messo in posa un pavimento con la Carta dei Sentieri di Amatrice. Si tratta di un luogo di ritrovo e una fucina d’idee per le montagne, “una chiesa laica” come l’ha ribattezzata Mauro Corona in visita ad Amatrice appena dopo il sisma. Un luogo dove trovarsi e ritrovarsi sotto le asimmetriche falde del tetto che richiamano lo skyline della catena dei Monti della Laga all’orizzonte. Nella Casa della Montagna si svolgono progetti di formazione e informazione, a cominciare dai corsi delle tante sezioni italiane del Club Alpino fino ai progetti con le scuole di Amatrice e agli incontri legati alle più importanti attività di solidarietà e di pubbliche assistenze, tra cui il coordinamento della Protezione Civile in caso di calamità. www.caiamatrice.it

Charles Moulin

giovedì 13 giugno 2019

Transiti - Borgese, Cecola e Godi a Castello Pandone


La mostra Transiti allestita a Castello Pandone, nelle sale nobili del primo piano, ripercorre il sodalizio umano e creativo di tre artisti legati da profonde affinità di visione e di ricerca artistica: Ugo Borgese, Carmine Cecola e Goffredo Godi. I tre, pittori Borgese e Godi, scultore Cecola, legati al contesto romano, sono stati molto amici negli anni e sono stati tutti attivi sul versante figurativo, conservando un solido legame con la tradizione interpretata però attraverso personali e aggiornate soluzioni formali. L’esposizione vuol mettere parimenti in evidenza il costante e intenso rapporto dei tre con il paesaggio, la natura e il corpo umano, perennemente in bilico tra forma e astrazione, e riportare alla luce, nell’ambito della storia dell’arte molisana del Novecento, la figura di Carmine Cecola, scultore originario di Monteroduni del quale saranno esposte inedite opere monumentali. La mostra presenta quindi un’ampia selezione di opere dei tre artisti, tra pitture e sculture, a loro volta in dialogo con gli spazi e gli affreschi del Museo. L'evento è organizzato dal Polo Museale del Molise insieme al Museo Nazionale di Castello Pandone e vuol essere la prima tappa di una rinnovata programmazione espositiva pensata specificatamente per il castello. L’esposizione inoltre è una nuovo tappa del progetto itinerante che i figli dei tre artisti hanno chiamato “Amici d’arte” e che vuol essere un momento di riflessione e studio sulle singole ricerche e sull’idea di gruppo. La curatela è stata affidata allo storico e critico d’arte Tommaso Evangelista.

CONCEPT

Le ricerche plastiche dei tre artisti, sviluppanti un alfabeto visivo incentrato su un naturalismo sintetico e primitivo, si contraddistinguono per un’indagine lirica del paesaggio e della figura umana. Parallelamente, all’interno dei tre corpus si possono individuare nuclei che si caratterizzano per rigore costruttivo e forza dinamica. Nell’ottica di una retrospettiva che proponga chiavi di letture nuove sui percorsi artistici, osservati sia singolarmente sia in una dimensione collettiva e corporativa, emerge la sottile differenza tra una pittura/scultura maggiormente incentrata sulla lettura del paesaggio e del corpo, con spirito realistico e analitico, seppur riassuntivo e condensato, e alcune sperimentazioni formali fondate sulla scomposizione e sulla decostruzione degli spazi e delle figure, in chiave artificiale e astratta. Da un lato abbiamo vibrazione della luce, pennellate veloci, anatomie calibrate, sublimazione della natura e della veduta, e dall’altro dinamismo, oscillazione, ricerca cromatica. Il “transito” della mostra è questa duplice lettura che mette a confronto la produzione di impronta analitica, nata dalla visione e dallo studio del vero, e le creazioni di stampo strutturale, maggiormente eclettiche e sperimentali, lineari e geometriche. Dallo “scontro” stilistico e contenutistico di queste due dimensioni (naturale/artificiale – forma/struttura – natura/ambiente) nasce una positiva impressione di vitalità e ricerca.


ARTISTI

Ugo Borgese
Polistena (RC) 1931 – Roma 1984

Ugo Borgese ha iniziato a dipingere all’età di 13 anni sotto la guida del pittore Antonio Cannata. A 14 anni è partito per Roma dove si è iscritto all’Accademia di Belle Arti nel corso tenuto da Amerigo Bartoli. Dopo il diploma ha iniziato a insegnare come assistente di anatomia con il professor Barreca per poi diventare titolare di cattedra dopo pochi anni. Nel 1966 ha iniziato ad insegnare Figura Disegnata in vari licei artistici fino ad arrivare a quello di via Ripetta presso il quale è rimasto fino alla morte. Parallelamente all’attività didattica ancora studente ha decorato l’abside della Chiesa Matrice di Polistena. Durante la propria carriera ha esposto in numerosi spazi pubblici e privati: Palazzo Barberini, Mostra delle Forze Armate, dove la sua opera “Il guado” ha vinto la medaglia d’oro; Castello di Murcia, I Mostra di Pittura “Valle Murcia”; XV Mostra Nazionale d’Arte Sacra a Perugia; Quadriennale Nazionale d’Arte di Perugia; Concorso Nazionale di Pittura Premio Ramazzotti, nel quale è risultato vincitore del I premio. Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private a Roma, Napoli, Torino, Pinerolo, Reggio Emilia, Messina, Palermo, Milano, Catania, Reggio Calabria, Parigi, Londra, Guadalajara (Messico), New York, Boston. E’ stato nominato socio dell’Accademia Tiberina di Roma. I suoi lavori, con il tempo, si sono sempre più essenzializzati, esprimendo con pochi tratti e pennellate il concetto puro della forma e del paesaggio. Continuando a fare ricerca iniziò ad usare tempere “a barattolo”, grandi pennellate e colori ad olio, arrivando a spremere il colore direttamente sul compensato, ottenendo risultati di assoluta sinteticità. Nel 1978 espone assieme ai pittori Carmine Cecola, Goffredo Godi e Gennaro Cuocolo presso la Galleria “Il Canovaccio” di Roma inaugurando un sodalizio artistico che è stato portato avanti negli anni anche dopo la sua prematura morte.

Borgese - Pandone


Carmine Cecola
Monteroduni (IS) 1923 – Roma 2001

Carmine Cecola ha studiato all’Istituto d’Arte (sezione scultura) e all’Accademia di Belle Arti di Napoli (sezione scultura), allievo di Alessandro Monteleone e di Giovanni Amoroso al quale fu legato da una lunga e profonda amicizia. E’ stato vincitore delle borse di studio accademiche negli anni 1947-48, 1948-49, 1949-1950. Ha ottenuto il Premio Scultura alla Mostra dell’Accademia nell’anno 1949-1950 ed è stato assistente alla Cattedra di Scultura del suo Maestro Monteleone. Costanza Lorenzetti scrisse di lui “mostra sincerità e una rude forza di espressione ispirate forse da antiche forme romaniche”. Nel 1955 ha iniziato ad insegnare Plastica all’Istituto d’Arte di Napoli, dove è rimasto fino al 1962 quando ha vinto il concorso per la Cattedra di Figura Modellata al Liceo Artistico della medesima città. In seguito ha insegnato al Liceo Artistico di Massa Carrara, dove ha avuto la Cattedra di Figura Modellata. Nel 1967 è stato inviato dal Ministero della Pubblica Istruzione ad istituire l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove ha insegnato scultura. Successivamente ha vissuto a Roma, insegnando Figura Modellata al I Liceo Artistico di Via Ripetta fino al 1989. Autore di sculture in legno, gesso, marmo, cera, bronzo, il suo repertorio spazia dal figurativo all’astratto. Valide ricerche si segnalano anche in campo pittorico. L’artista ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali ed è stato più volte premiato in concorsi artistici. Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private in Italia ed all’estero.

Cecola - Pandone



Goffredo Godi
Omignano (SA) 1920 – Roma 2013

Formatosi nell’orizzonte vesuviano tra Ercolano e Napoli, Goffredo Godi ha avuto per maestro Giuseppe Palomba, uno degli allievi prediletti di Michele Cammarano. Si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, seguendo i corsi di Emilio notte e stringendo amicizia soprattutto con Armando De Stefano. E’ stato assistente di Domenico Spinosa. Ha insegnato discipline pittoriche nei Licei Artistici di Napoli e di Roma. Ha fatto parte dell’Accademia Fiorentina delle Arti del Disegno. Nel corso della sua carriera ha allestito una ventina di mostre personali in numerose città e ha esposto in importanti rassegne nazionali, tra le quali la Quadriennale di Roma. Nella sua pittura rinveniamo un giovanile entusiasmo per gli esponenti del Secondo Futurismo seguito da una calibrata sperimentazione astratta nella metà degli anni Settanta. In realtà l’artista non si distaccò mai dall’indagine del reale e della natura, privilegiando la pittura en plein air e maturando uno stile analitico e sintetico, di grande lirismo e forza visiva.

Godi - Pandone


Transiti
Borgese – Cecola – Godi
“Amici d’arte”

Venafro, Museo Nazionale di Castello Pandone
24 maggio 2019 – 24 agosto 2019


Con il patrocinio di:
Regione Molise
Comune di Venafro
Aratro. Galleria Gino Marotta. Università degli Studi del Molise

Promossa da
Prof. Leandro Ventura
Segretario regionale MIBAC per il Molise
e Direttore del Polo Museale del Molise

A cura di
Tommaso Evangelista

Con la collaborazione di
Adelina Cecola
Filippo Godi
Leonardo Borgese

Coordinamento organizzativo
Irene Spada, Direttrice del Museo nazionale di Castello Pandone
Lia Montereale, Funzionaria per la promozione e valorizzazione
Giovanni Iacovone, Funzionario per le tecnologie
Pierangelo Izzo, Funzionario architetto
Francesca Dal Maschio, Funzionaria restauratrice

Si ringrazia il personale del Museo Nazione di Castello Pandone
Benedetto Zullo, Funzionario per le tecnologie
Lello Golluccio, Funzionario per le tecnologie
Nicandro Brusello, Funzionario per le tecnologie
Antonio Iannacone, Assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza
Albertina Bagaglia, Assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza

e il personale di assistenza al pubblico e vigilanza Ales - Arte Lavoro e Servizi Spa
Lidia Falcone
Valentina Serpe

Un ringraziamento sentito va inoltre all’attività dei volontari dell’Associazione nazionale Carabinieri – Sezione di Venafro

Didattica
Me.Mo Cantieri Culturali a.p.s.

Orari di apertura: martedì - domenica 8:00-19:00
Via Tre Cappelle s.n.c., 86079 Venafro (IS)
Tel. 0865-904698
pm-mol@beniculturali.it



giovedì 15 novembre 2018

L'occhio del fotografo. Intervista a Steve McCurry








Per Espoarte ho intervistato Steve McCurry - Official page durante il suo intervento per Poietika lo scorso settembre a Campobasso. Un grazie per l'aiuto a Maria Cristina Notte e Maurizio Cavaliere

 La fotografia di Steve McCurry, come da lui definita, è “Fotografia della semplicità” per quella sua caratteristica di unire alto valore simbolico, caratterizzazione e intensità mnemonica in una veste chiara, facilmente leggibile e memorizzabile. È naturalmente fotografia di viaggio, viaggio – per dirla alla Chatwin – quale approfondimento della conoscenza e tentativo di entrare nel vissuto della gente per cogliere e raccontare l’essenza dei luoghi (“Una fotografia deve portare con sé emozione, semplicità e deve avere una storia da raccontare, deve essere in grado di trasportarci da qualche parte”). Il suo particolare modo di scattare gli ha permesso di stare insieme alle comunità, cogliendo linguaggi, feste, danze, elementi culturali che stanno scomparendo e che spetta alla fotografia documentare nel modo più evocativo possibile pur nell’apparente naturalità (“Non cerco mai di abbellire o di romanzare, la cosa più importante è raccontare la storia nel modo migliore possibile”). L’aspetto narrativo pertanto diviene un fattore potente nei suoi scatti, per quel tentativo di proporre ai fruitori un variegato universo di esperienze che si sommano e che alla fine saturano, come i colori, la coscienza (“La parte più importante del mio lavoro è narrare storie, è per questo che la maggior parte delle mie immagini posa le sue radici nella gente comune. Sono alla ricerca di quell’attimo di autenticità e spontaneità capace di raccontare una persona o, in senso più ampio, di mettere in relazione la vita di una persona con la nostra esperienza umana”). Il segreto di tutto ciò risiede nell’attesa dell’occhio (“Se sai aspettare, le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto […] c’è una chimica che istituisce un legame con le persone, grazie al quale si può gettare una sguardo nella loro anima e nella loro personalità”).

Steve McCurry a Campobasso
Lo scorso 8 settembre, McCurry, è tornato in Italia, più precisamente in Molise, nell’ambito di Poietika, il festival diretto dal poeta Valentino Campo e dedicato alla parola e alla letteratura, per una lezione-evento presso il Palazzo GIL di Campobasso. L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Molise Cultura e dall’assessorato alla cultura, ha riscosso un grande successo di pubblico ed è riuscita a strappare al fotografo la promessa di un ritorno in terra molisana per una campagna fotografica e una retrospettiva da allestire nel capoluogo agli inizi del 2019. Il Molise quale terra sconosciuta e mitica, al pari dell’India o di regioni dimenticate dell’Afghanistan, ha sicuramente colpito lo sguardo indagatore di McCurry il quale ha mostrato un vivo interesse per i suoi paesaggi incontaminati e le sue tradizioni folcloriche e religiose. E poi perché l’Italia è sempre nel suo cuore (“Per divertirmi scelgo l’Italia perché offre tantissimo dal punto di vista storico, culturale, artistico, paesaggistico, culinario e… per gli ottimi vini!”). Abbiamo colto il momento della conferenza stampa prima della lecture per fare al fotografo qualche domanda, e le risposte non sono state banali. McCurry, sarà di nuovo in Italia, domenica 18 novembre, in occasione di Bookcity Milano 2018, dove Steve e Bonnie McCurry (la sorella del fotografo) ripercorrono Una vita per immagini la prima biografia ufficiale edita da Mondadori Electa.

Steve McCurry a Campobasso, credit: Maurizio Cavaliere
La fotografia è un vedere ciò che non è neppure visibile ed ha offerto la possibilità di imparare a notare certi aspetti del mondo che, benché veduti, erano fino al momento dello scatto passati inosservati. Vi è un contenuto invisibile da cogliere nel reale? Si sente un veggente?Penso che si tratta di osservazione e si tratta di curiosità. Prima siamo andati a pranzo e camminando io non mi stavo concentrando su ciò che avevo intorno perché si stava parlando, non stavo cioè notando. Però normalmente quando camminiamo, andiamo fuori, scegliamo di svolgere un lavoro in esterno c’è sempre un qualcosa, un’area, una zona, un punto che desta la nostra attenzione, che ci cattura, ed è come se ci rendesse più sensibili. Secondo voi quante persone si sono mai chieste che tipo di pavimento è questo su cui poggio i piedi? Si tratta sempre di un esercizio che facciamo in modo consapevole o inconsapevole anche se la maggioranza delle persone non allena l’occhio e quindi non allena i sensi, non esercita quello che avviene dietro l’occhio. Bisogna possedere una chiave capace di renderci acuti nell’osservazione, nel catturare le cose che ci stanno intorno, ciò che io chiamo “chiave osservazionale”.
L’occhio, e ancor più l’occhio del fotografo, costruisce mondi diversi, a seconda della qualità della visione. Penso ai suoi ritratti, alla loro luce classica e morbida, alla messa in posa del volto, a tanti dettagli che richiamano alla storia dell’arte e quindi della bellezza. Qual è la sua idea di bellezza?Quando pensiamo alla bellezza mi viene da pensare all’armonia, a qualcosa che fluisce e risplende. Se penso per esempio ad una particolare epidermide, magari dal colore intenso, che cosa c’è che mi può attirare? E’ un qualcosa di fluido, di armonico, di particolare. Mi immagino un balletto o una specie di coreografia e vi ritrovo questa idea. Penso al fascino che rinveniamo in una composizione o in una architettura, in un progetto o in un disegno e lo associo ad una sensazione liquida, immediata da cogliere. Se rifletto sull’argomento luce Caravaggio è l’esempio principe per quella sua luminosità molto soffice e trascendente, certamente velata di bellezza. E’ anche vero però che gli artisti rompono le regole e arriva qualcuno che a quella luce bellissima, morbida, soffusa, predilige l’esatto contrario, anche solo per il fatto di essere bastian contrario, prendendo una direzione opposta e dichiarando la sua contrarietà. La bellezza quindi si trova anche in questo contrasto.

Steve McCurry a Campobasso
La sua foto “Afghan Girl” è una delle icone visive del XX secolo. La ragazza, tra l’altro, è stata rifotografata vent’anni dopo mostrando pur nei segni del tempo la persistenza dell’aura (si veda A Life Revealed)  Quali sono secondo lei i meccanismi (culturali, artistici, sociali) che sottendono alla nascita di un’icona?I meccanismi dovrebbero chiederli ai critici. A parte gli scherzi cercare di descrivere qual è la filosofia, cosa vi è dietro quella fotografia e quello sguardo lo lascerei fare al pubblico poiché di ogni scatto possiamo parlare per ore in virtù delle sue infinite tangenti e impressioni. Pensiamo ad una canzone o ad una melodia, cosa fa si che la gente inizi a canticchiarla o che le persone si sentano connesse e in sintonia con il brano? La verità è che certe fotografie sono talmente potenti che poco hanno a che vedere con la teoria o l’analisi mentre molto hanno a che fare con lo stato d’animo di chi le osserva.

Si ringrazia per questa intervista Maria Cristina Notte, Maurizio Cavaliere.










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