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venerdì 15 maggio 2015

BLU a Campobasso - Secondo/4 DrawTheLine 2015

BLU

"Draw the Line 2015 il sogno è appena cominciato.
E’ ormai di dominio pubblico che BLU è stato in città…L’opera è stata realizzata sul palazzo di proprietà dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) in via Marche a Campobasso. Ci sono voluti 6 giorni per completare l’opera di circa 250 mq realizzata interamente con tecnica di lavoro su fune. L’iniziativa rientra nel progetto DrawtheLine 2015 secondo/4 e, la scelta di realizzarla nel quartiere di san Giovanni è dovuta alla nostra continua ricerca di aree ed edifici degradati, nel caso specifico, i palazzi di via Marche, non ricevono manutenzione esterna da circa 30 anni, come riferito dagli abitanti. Il nostro intervento ha voluto portare colore e speranza in un quartiere con evidenti problemi sociali. Siamo entrati in punta di piedi nelle case dei condomini a spiegare la nostra idea e il motivo del nostro intervento puntando esclusivamente sulla considerazione che forse gli abitanti ne ricevono davvero poca. Dopo un primo momento di perplessità, e i primi colori comparsi sulla parete…abbiamo rotto il ghiaccio!!!! Il nostro ringraziamento va a tutte gli abitanti di via Marche che con il loro supporto hanno contribuito alla realizzazione del dipinto aprendo le loro cucine e il loro cuori…siamo stati serviti e riveriti ! Inoltre grazie a Piero e Renato (dimensioni verticali) che hanno curato la parte tecnica degli ancoraggi e Luigi Baratta per l’intervento tempestivo quando ne abbiamo avuto bisogno. Ma soprattutto Grazie a nostro fratello Sopa che lo lega da una profonda amicizia all’artista BLU e che, come una roccia sospesa nel cielo con animo colorato, ci supporta e ci da le forze per continuare questo sogno…….anche se il cratere lasciato è un vuoto incolmabile! Crediamo che un ringraziamento speciale vada fatto al nostro amico BLU che con la sua sensibilità, umiltà e gioia ha realizzato l’opera lavorando intere giornate senza mai riposare e regalando alla nostra città grigia, piatta e senza voglia di cambiare , una nuova speranza.
Il terzo appuntamento con il DrawTheLine 2015 è previsto per l’ultima settimana di maggio, dove l’associazione sarà impegnata con workshop, live painting e riprogettazione degli spazi verdi della scuola ITAS “Pertini” di Campobasso in collaborazione con la Fondazione Architetti ….. a breve info.
al momento l’intero festival è autofinanziato dagli Associati Malatesta".






Foto: Malatesta Associati

Non ti preoccupare - Preghiera # 223



NON TI PREOCCUPARE
Preghiera # 223

Di e con Michele Mariano

In collaborazione con - Frentania Teatri
Produzione - The Patch Horse
Mask di M.M. - Marina Miozza


Martedì 26 Maggio 2015
Dalle ore 20.00 alle ore 24.00
TEATRO FULVIO GUGLIONESI
Via Usconi n° 3
86034 Guglionesi (CB)

"Il tempo vola" dice il detto, in un mondo che dipende sempre più dal tempo e in cui il tempo è sempre più unificato.

Un unico gigantesco orologio sovrasta il mondo e lo domina, pervade tutto: nel suo tribunale non esiste appello. L'unificazione del tempo a livello mondiale segna una vittoria per l'efficiente macchina sociale, un universalismo che elimina con determinazione l'individualità.
Perché si lavora? Certo per produrre cose e servizi utili alla società umana, ma anche, e soprattutto, per accrescere i bisogni dell’uomo, cioè per ridurre al minimo le ore in cui è più facile che si presenti a noi questo odiato fantasma del tempo. Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l’uomo occupato anche quando egli suppone di essere libero. “Passare il tempo” dinanzi al video o assistendo a una partita di calcio non è veramente un ozio, è uno svago, ossia un modo di divagare dal pericoloso mostro, di allontanarsene. Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto. E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in voi.

Avvertenze
L’azione NON TI PREOCCUPARE nel farsi in un luogo/spazio lo sacralizza, cioè ne sancisce una alterità, un essere "altro" e "diverso" rispetto all'ordinario, pertanto si chiede allo spettatore di divenire pellegrino in un viaggio che va compiuto per devozione o per penitenza, verso un luogo che si fa “sacro”.
Chi parte per questo pellegrinaggio non si trova ad essere, ma si fa straniero.

L’azione ha inizio alle ore 20.00 ed avrà termine alle ore 24.00 del Martedì 26 maggio 2015, pertanto la visita a Non ti Preoccupare è possibile in questo arco di tempo.

Per info e prenotazioni
347 5624436
www.michelemariano.eu
Michele Mariano vive tra i boschi con le sue due asine in una regione immaginaria chiamata Molise, è autore di opere d’arte postume, opere che si realizzeranno dopo la sua morte e la morte delle persone che in vita hanno deciso di aderirvi. Nel frattempo che queste giungano a compimento M.M. trascorre il “Suo Tempo”, unico ed individuale, “pregando”. Lo trascende nel tentativo di renderlo epico www.nontipreoccupare1.blogspot.it .

Image inspired M.M.M

sabato 9 maggio 2015

Dipingere con la Luce


CAMPOBASSO. Il 21 maggio dalle ore 17.00 nell’atrio del Palazzo Magno, via Roma 47, verrà inaugurata la mostra fotografica “Dipingere con la luce”, a cura del critico d’arte Tommaso Evangelista e del fotografo Luigi Grassi (conferenza stampa ore 10). L’evento nasce da un percorso didattico legato al mondo della cultura delle immagini tenuto dallo stesso Luigi Grassi. Gli allievi, Chiara Brunetti, Carmine Cefaratti, Rossana Centracchio, Cristiano Civerra, Carmen Giancola e Lello Muzio, hanno avuto modo non solo di conoscere e sperimentare le proprietà dei materiali sensibili alla luce e di approcciarsi allo sviluppo fotografico, ma soprattutto di scoprire i molteplici lineamenti e cromie del linguaggio fotografico. Ognuno degli allievi ha fatto della propria esperienza in camera oscura un percorso interpretativo della forma degli oggetti che si rivelano nelle opere in eterogenee tonalità. La creatività e la fantasia sono gli unici comuni denominatori di queste opere, che verranno esposte dal 21 maggio sino al 7 giugno, orari per le visite: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 19.00

Cellula, ombre e luci_Carmine Cefaratti

Orizzonti_Carmen Giancola

UN LABORATORIO NECESSARIO
di Luigi Grassi

Un laboratorio in cui abbandonare la macchina fotografica e lavorare direttamente sulla carta fotosensibile con la luce. Lavorare con le forme astratte, geometriche, primarie significa entrare in contatto con la propria soggettività. A volte lo strumento fotografico, per il principiante assoluto, può inibire o bloccare l’acquisizione di un personale linguaggio fotografico e assopire le capacità critiche rispetto al mondo delle immagini e a quelle che si vanno producendo. Credo fortemente che la camera oscura e un percorso di fotografia sperimentale siano una disciplina efficace per acquisire una consapevolezza superiore o semplicemente diversa riguardo alle idee della fotografia e ai progetti che si vogliono sviluppare attraverso questa materia. In questo primo esperimento didattico gli studenti hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con il mondo della fotografia attraverso la manipolazione diretta dei materiali fotografici, hanno compreso i rudimenti che sono alla base dell’uso della macchina fotografica e hanno applicato una metodologia progettuale legata alle immagini da realizzare. Sono felice e orgoglioso di poter presentare in questa occasione i risultati del corso di fotografia “Dipingere con la luce”.

Genesi_Lello Muzio

Primavera di Fiori Chimici_Chiara Brunetti

IMMAGINI PER PASSAGGI
di Rossana Centracchio

“Dipingere con la luce”: una definizione semplice ed essenziale, ma che racchiude in sé le molteplici interpretazioni dell’arte fotografica. Dipingere non è altro che rappresentare, con intenzione, un oggetto reale o immaginario su una qualsiasi superficie per mezzo di colori. Noi, al posto dei colori, abbiamo utilizzato la luce, giocando con essa fino a creare contorni e ombre sulla carta che hanno dato vita a forme e a immagini, a “organismi viventi”. Non si tratta però di mostrare la mera struttura interna degli oggetti, ma di ricercare una natura “altra”, non sempre governabile dalla nostra razionalità. Ed è questo l’aspetto più interessante del nostro laboratorio: la scoperta inattesa, l’improvvisa rivelazione di immagini e figure. Sia l’intenzione, ovvero l’atto, con cui tendiamo verso un oggetto, sia l’immagine o forma dell’oggetto da noi conosciuto non corrispondono così all’idea inizialmente elaborata. Il laboratorio è anche ricerca essenziale dei costituenti fondamentali di un oggetto e della loro interazione.In questo modo la fotografia diventa strumento di indagine dei materiali e sui materiali, in grado di allontanarci dalle presunte analogie con l’esperienza quotidiana. Impressionare sulla carta, dunque, la materialità per considerare le modalità di creazione, ma anche di alterazione, del significato di una immagine. Ed è qui che entra in gioco il ruolo fondamentale del tempo, il quale diventa la rappresentazione concreta dei singoli momenti che costituiscono il processo di elaborazione dell’immagine fotografica. “Dipingere con la luce” non è altro che una esperienza spontanea e ricca di entusiasmo di fronte al tentativo di conoscere ciò che si pone al di là della nostra visione fotografica.

Taenia_Cristiano Civerra

Trame di Storie Brevi_Rossana Centracchio

IMPRESSIONI PER CONTATTO
di Tommaso Evangelista

Edouard Isidore Buguet, fotografo francese dell’Ottocento appartenente al movimento spiritualista, era famoso a Montmartre per la sua abilità nel far apparire in una fotografia lo spettro o il fantasma della persona cara al cliente che si recava da lui per una sorta di ritratto post-mortem. Arrestato nel 1875, la polizia scoprì che introduceva nella macchina fotografica delle lastre già impressionate con forme, figure e scritte che dovevano apparire sulla fotografia finale. Il fotografo però si poneva come medium cercando di evocare l’immagine. In fondo dipingeva con la luce, o meglio la richiamava nei filtri, dato che i suoi scatti, oggi, ci appaiono delle singolari invenzioni surrealiste, prive di quel fascino macabro che aveva colpito ingenuamente i parigini. La fotografia è un medium, anch’essa, oscuro ed enigmatico, tanto più ermetico e suggestivo quanto più torna indietro alle tecniche e ai processi antichi di stampa, nelle quali il gioco individuale sulla matericità delle forme si confonde con la tensione della scoperta. Ma la distanza con queste ricerche sta nella luce che crea contorni e distrugge le forme. Se le cronofotografie di Muybridge rivelavano chiaramente, come disse Degas, gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori mostrando, all’occhio umano che confonde, l’autenticità del movimento, l’impressione della luce per ottenere l’impronta chimica di una immagine va esattamente nella ricerca opposta che individua nella rappresentazione personale e manuale l’interazione con il soggetto. Si fotografa non per oggettivare ma per vedere che aspetto avrà l’oggetto fotografato come se la realtà della lastra fosse altra dalla realtà fenomenica. La luce è, in fondo, un oggetto malinconico che smaterializza il corpo trasfigurando la visione che diventa, veramente, processo di evocazione “spiritica” delle forme. Forse l’attività “esoterica” di Buguet ci comunica molto più dell’impressione fotosensibile delle idee che della possibilità di evocare, in foto, i morti. Una lastra, del resto, rimane pur sempre il tentativo di impossessarsi dell’anima delle cose.

informazioni: cfcvivianmaier@gmail.com
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