Nicola Belloni soleva ripetere “Scegli un motto e fatti sotto”, ricorda il nipote che lo definisce un uomo del Novecento (1909-1999), un uomo che ha vissuto due guerre mondiali, ha visto il cambiamento della società all’inizio del XX secolo, ha tremato con il resto del mondo durante la guerra fredda; forse era davanti alla TV quel 9 novembre 1989, quando i tedeschi abbatterono il muro di Berlino che per quasi 50 anni aveva diviso non solo l’Europa, ma anche il mondo intero. Sono tantissime le storie che Belloni avrebbe potuto raccontare a voce ma, nonostante tutto, ci ha regalato la sua visione ed interpretazione del mondo attraverso le sue opere. Il motto di Belloni fu sicuramente quello di fare dell’arte una scelta di vita, un mezzo di espressione della sua personalità riservata e scrutatrice. Rifuggiva il linguaggio verbale preferendogli quello visivo ed usando l’arte e le sue capacità a questo scopo; scelse di comunicare con l’immagine, con la materia, con tutto ciò che la vista poteva riconoscere e l’uomo apprezzare. Si avvicinò giovanissimo all’arte, dimostrando doti inusuali e dedizione ammirevole. Ha sperimentato e creato un’arte che ha spaziato con estrema agilità dalla scultura ceramica alla pittura, ponendo in evidenza una duttilità non così scontata e prevedibile. È stato un maestro apprezzato che ha conosciuto ed istaurato rapporti nel tempo con il collega ceramista Arrigo Visani, con Giò Ponti e Gino Marotta.
Belloni ha fatto della pittura e della scultura il suo linguaggio, grammatica e sintassi che si fondono nella tela o vengono racchiusi nel manufatto ceramico: assistiamo ad un mondo che viaggia tra la realtà esterna e la fantasia animata alla Bosch. La pittura di Belloni è la realtà quotidiana che ci circonda attraverso un’ottica non deformante ma nostalgica: è il modo scelto dal maestro per imprimere nella mente e nella vita i ricordi. È un mondo piccolo, semplice dove non troviamo eroi epici e gesta eroiche, ma incontriamo la ricchezza del quotidiano, dell’uomo semplice come quello della porta accanto. Gente umile, giocatori di biliardo, pastori o semplici nature morte sono i soggetti scelti da Belloni per raccontare emozioni e ricordi, la semplicità della vita e la consapevolezza della ricchezza della stessa sono il filo rosso che lega la sua produzione pittorica e ceramica. Osservando le sue tele, è impossibile non cogliere l’aspetto metafisico che le caratterizza, il richiamo al metafisico di Carlo Carrà ed al razionalismo di Mario Sironi è più che evidente.
Nicola Belloni (Visso, 1909 – Isernia, 1999) fu un grande ceramista e pittore a cavallo tra il metafisico ed il realismo. Le opere di Nicola Belloni oggi si trovano in molti musei in Italia ed in Francia; vinse numerosi premi e riconoscimenti per il suo lavoro tanto da attirare anche l'attenzione di Giò Ponti. Da ragazzo frequentò la Regia Scuola di Ceramica a Civita Castellana, per poi spostarsi a Roma, entrando in contatto sia con gli artisti (Mario Mafai, Orfeo Tamburi, Pericle Fazzini ecc...) sia con gli intellettuali (Giuseppe Ungaretti, Vincenzo Cardarelli ecc...).
La mostra presso l' Auditorium di Isernia, patrocinata dal Comune, è stata ideata da Franca e Nicoletta Belloni, con la curatela dell' Associazione Culturale “Sm’Art” di Isernia.
La mostra rimarrà aperta al pubblico nei seguenti orari:
dal 10 Dicembre all’8 Gennaio, dal Martedì alla Domenica (ore 18.00 – 20.00)
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