"Il ciclo di opere più recente di Sara Pellegrini è nato spontaneamente dalla ricerca diun lavoro più immediato, capace di cogliere l'idea al volo e realizzarla nel più breve tempo possibile. L'artista, dopo aver maturato una serie di cambiamenti stilistici e aver raggiunto una piena consapevolezza di sé, sente l'urgenza di trasformare la materia nel prodotto creativo finito. L'unico materiale da sfruttare velocemente, che le dia anche una resa esteticamente eccellente, è il poliuretano espanso, un polimero a struttura spugnosa, estremamente leggero, in quanto frutto di una reazione del poliestere, e isolante sia termico, che acustico. C'è il gusto di andare a pescare nei materiali industriali, normalmente utilizzati per i rivestimenti protettivi, vincendo la sfida di mutarli in vere e proprie opere d'arte. La caratteristica di trattenere il suono e il calore conferisce ai poliuretani un'intensità energetica non indifferente, che la superficie impregnata di colore riesce a sfruttare grandemente.
Tanto è lo spessore di questi lavori, tanta è la loro leggerezza e quello di Pellegrini è infine un ritorno allo status mentale riconosciuto durante la produzione delle terre. La materia acquista una levità sostanziale, che non corrisponde all'apparenza: le opere di questo ciclo sembrano fatte di legno, perché allo stesso modo è trattato il poliuretano, facendo saltare via cubetti di materia dalla superficie. Ecco spiegato allora il differente rapporto con il tempo di realizzazione del quadro: se in precedenza era soprattutto un tempo mentale di progettazione dell'opera, adesso è un tempo fisico, tutto concentrato sulla lavorazione diretta della materia, un modus operandi che richiede una completa dedizione. Tutto è fatto con un alto grado di libertà, recuperata per essere impiegata in una tecnica raffinata in anni di esperienza. Questo risulta essere un momento fondamentale nel percorso artistico dell'autrice termolese, che sente di aver concluso così un primo periodo importante della sua ricerca e sceglie di raccoglierne i frutti in questa elegante monografia".
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