Antonio Pettinicchi – CONTROLUCE
24 giugno-27 settembre 2015
Fondazione Molise
Cultura, Palazzo GIL Campobasso
Art Garage, Fondazione
Potito, Campobasso
A cura di: Piernicola Maria Di Iorio, Tommaso
Evangelista
Catalogo: Regia Edizioni
Inaugurazione martedì 23
giugno ore 17 Palazzo GIL, Campobasso
Ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto
A due anni dall’ultima personale
presso la Galleria Artes di Campobasso e ad un anno esatto dalla sua scomparsa si
inaugura presso gli spazi della Gil la prima grande retrospettiva dedicata ad
Antonio Pettinicchi, l’artista di Lucito che ha saputo narrare e indagare come
pochi in regione l’animo umano e l’intensità dei colori.
La mostra, voluta dalla Fondazione
Molise Cultura e curata dai due critici Piernicola Maria Di Iorio e Tommaso
Evangelista, indaga la complessità e la profondità dell’arte del maestro
gettando nuova luce su diversi aspetti della sua produzione artistica. Il
titolo scelto, Controluce, è
esplicativo dell'innovativo taglio che si è voluto dare all’esposizione per far
emergere, attraverso un’accorta selezione di lavori, una ricerca pittorica
innovativa e aggiornata, un’indagine complessa sulle forme stesse della pittura
calate negli abissi, luminosi o oscuri, dell’animo umano. L’uomo e il mondo,
osservati nei controluce, emergono nell’arte di Pettinicchi liquidi e aperti,
profondamente drammatici e tragici ma capaci di comunicare una complessità di
visione estremamente suggestiva.
Dai cicli ispirati dalla musica di
Mahler passando per le visioni di Dresda fino ad arrivare alla produzione
dell’ultimo decennio, una produzione inedita al pubblico e alla critica e nella
quale si nota progressivamente lo sfaldamento delle forme e l’emersione
di una linea astratta estremamente personale, le cinquanta grandi tele esposte
in mostra tracciano il profilo di un’artista non solamente legato agli aspetti
contingenti della realtà molisana bensì capace di esprimere uno stile
innovativo, ricco di spunti e riferimenti, da Bacon a Cezanne, da Gauguin a
Freud, dagli espressionisti tedeschi ai neorealisti italiani, ma assolutamente
originale nel trattamento dei corpi, nell’uso dei colori e delle luci, nella
tensione segnica.
Una sezione dedicata all’incisione,
del quale Pettinicchi è stato uno dei massimi esponenti del secondo Novecento
italiano, accende dei flash su tematiche e tecniche, indagando l’evoluzione dello
stile e dei soggetti: dai primi lavori accademici, dal forte segno geometrico, si
transita per i paesaggi molisani, le scene di stampo maggiormente post-espressionista
per giungere infine al dissolvimento delle forme e delle strutture grazie al
sapiente uso dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Ma è soprattutto nelle tele che
l’artista di Lucito, in particolare nell’ultimo decennio di attività, è riuscito
a giungere ad una pittura dai colori intensi, intesi sempre più quali elementi
strutturali sui quali far poggiare costruzioni ottenute per masse continuamente
in bilico tra forma e informe.
In tali lavori, si vedano le ultime
visioni mahleriane e i paesaggi liquidi e disfatti, la forma si riduce alla
funzione di segno e si avverte il recupero di una maggiore creatività
soggettiva slegata da inferenze di stampo sociale. L’abisso tra il reale e
l’ideale ormai è completamente spalancato mentre i dipinti assumono sempre più
costruzioni disorganiche. E’ il trionfo del colore e dei riverberi, nelle
loro componenti astratte e astraenti, che rende tali lavori autentiche visioni
in controluce di una sapienza compositiva e immaginativa unica. E’ la scoperta
al pubblico molisano e alla storiografia artistica di una figura “titanica”
nella perenne ricerca di una pace interiore che si scontra con le lacerazioni
dell’anima, è la riscoperta di un grande intellettuale e soprattutto di un
complesso e maturo pittore.
L’importante contributo della
Fondazione Potito ha permesso inoltre la realizzazione di un evento parallelo
che contribuisce alla delineazione quanto più completa della figura
dell’artista. Negli spazi dell’Art Garage, infatti, verranno ospitate opere del
pittore; questa esposizione, prende come filo conduttore il volto e la figura per
indagare differenti aspetti della poetica e dello stile dell’artista.
Antonio Pettinicchi nasce a Lucito (CB) nel 1925 e muore a Bojano nel 2014. Si forma all’Accademia di Belle Arti di
Napoli sotto la guida di Lino Bianchi Barriviera e Emilio Notte, avendo come
compagni di studio figure quali Armando De Stefano e Luigi Guerricchio. Ha
operato tutta la vita in Molise indagando le difficili condizioni sociali ed
economiche dei contadini, analizzando, successivamente, le alienazioni
dell’uomo moderno e le tensioni e i turbamenti della propria anima.
Voce fuori dal coro, schivo e
ritirato nella sua pittura, ha partecipato negli anni Sessanta e Settanta al
dibattito artistico in Molise, facendo parte di importanti sodalizi artistici
tra i quali si ricorda il Gruppo ’70. La sua attività incisoria e pittorica è
testimoniata dalla partecipazione a numerose mostre e rassegne di carattere
nazionale e internazionale: quattro edizioni della Quadriennale Nazionale di
Roma (tra il 1952 e il 1965), la XXVIII Biennale Internazionale di Venezia,
sette edizioni della Biennale Nazionale della Grafica Contemporanea di Venezia
(dal 1955 al 1967), numerose mostre in collaborazione con il gruppo degli Incisori
Veneti oltre alle cinque edizioni del Premio Termoli, per citarne solo alcune.
Numerose anche le personali
realizzate soprattutto nel capoluogo molisano. Sue opere sono presenti in importanti
collezioni pubbliche e private, fra le quali evidenziamo: Ca’ Pesaro, Galleria
Internazionale d’Arte Modena, Venezia; Civica raccolta delle stampe Achille
Bernarelli, Castello Sforzesco, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna,
Roma; Raccolta disegni e stampe, Galleria Uffizi; Museo Puskin, Mosca; Altes
Museum, Berlino. Nel palazzo della Provincia di Campobasso è esposto l’intero
ciclo dedicato alla Divina Commedia.
Tra i vari riconoscimenti e premi si
ricordano: 1950, Premio del Presidente della Repubblica, I Mostra Nazionale
d’Arte Giovanile, Roma; 1951, Primo Premio per la Grafica alla Mostra delle
Accademie e Belle Arti d’Italia, Napoli; 1952, Premio Borsa di Studio Fagan
Purves, Accademia di Belle Arti di Napoli, Napoli; 1958, Primo Premio di
Pittura nella Mostra Internazionale Arte Giovanile, Roma; 1961, Premio Asiago
alla IV Biennale dell’Incisione, Venezia; 1962, Premio “Paesaggio Autostrada
del Sole”, Roma; 1976 Premio alla V Biennale Internazionale della Grafica,
Firenze.
Antonio Pettinicchi con Walter Genua alla sua ultima personale a Campobasso |
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