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giovedì 18 giugno 2015

Antonio Pettinicchi - CONTROLUCE



Antonio Pettinicchi – CONTROLUCE
24 giugno-27 settembre 2015

Fondazione Molise Cultura, Palazzo GIL Campobasso
Art Garage, Fondazione Potito, Campobasso

A cura di: Piernicola Maria Di Iorio, Tommaso Evangelista
Catalogo: Regia Edizioni

Inaugurazione martedì 23 giugno ore 17 Palazzo GIL, Campobasso
Ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto

A due anni dall’ultima personale presso la Galleria Artes di Campobasso e ad un anno esatto dalla sua scomparsa si inaugura presso gli spazi della Gil la prima grande retrospettiva dedicata ad Antonio Pettinicchi, l’artista di Lucito che ha saputo narrare e indagare come pochi in regione l’animo umano e l’intensità dei colori.
La mostra, voluta dalla Fondazione Molise Cultura e curata dai due critici Piernicola Maria Di Iorio e Tommaso Evangelista, indaga la complessità e la profondità dell’arte del maestro gettando nuova luce su diversi aspetti della sua produzione artistica. Il titolo scelto, Controluce, è esplicativo dell'innovativo taglio che si è voluto dare all’esposizione per far emergere, attraverso un’accorta selezione di lavori, una ricerca pittorica innovativa e aggiornata, un’indagine complessa sulle forme stesse della pittura calate negli abissi, luminosi o oscuri, dell’animo umano. L’uomo e il mondo, osservati nei controluce, emergono nell’arte di Pettinicchi liquidi e aperti, profondamente drammatici e tragici ma capaci di comunicare una complessità di visione estremamente suggestiva.
Dai cicli ispirati dalla musica di Mahler passando per le visioni di Dresda fino ad arrivare alla produzione dell’ultimo decennio, una produzione inedita al pubblico e alla critica e nella quale si nota progressivamente lo sfaldamento delle forme e l’emersione di una linea astratta estremamente personale, le cinquanta grandi tele esposte in mostra tracciano il profilo di un’artista non solamente legato agli aspetti contingenti della realtà molisana bensì capace di esprimere uno stile innovativo, ricco di spunti e riferimenti, da Bacon a Cezanne, da Gauguin a Freud, dagli espressionisti tedeschi ai neorealisti italiani, ma assolutamente originale nel trattamento dei corpi, nell’uso dei colori e delle luci, nella tensione segnica.

Una sezione dedicata all’incisione, del quale Pettinicchi è stato uno dei massimi esponenti del secondo Novecento italiano, accende dei flash su tematiche e tecniche, indagando l’evoluzione dello stile e dei soggetti: dai primi lavori accademici, dal forte segno geometrico, si transita per i paesaggi molisani, le scene di stampo maggiormente post-espressionista per giungere infine al dissolvimento delle forme e delle strutture grazie al sapiente uso dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Ma è soprattutto nelle tele che l’artista di Lucito, in particolare nell’ultimo decennio di attività, è riuscito a giungere ad una pittura dai colori intensi, intesi sempre più quali elementi strutturali sui quali far poggiare costruzioni ottenute per masse continuamente in bilico tra forma e informe.
In tali lavori, si vedano le ultime visioni mahleriane e i paesaggi liquidi e disfatti, la forma si riduce alla funzione di segno e si avverte il recupero di una maggiore creatività soggettiva slegata da inferenze di stampo sociale. L’abisso tra il reale e l’ideale ormai è completamente spalancato mentre i dipinti assumono sempre più costruzioni disorganiche. E’ il trionfo del colore e dei riverberi, nelle loro componenti astratte e astraenti, che rende tali lavori autentiche visioni in controluce di una sapienza compositiva e immaginativa unica. E’ la scoperta al pubblico molisano e alla storiografia artistica di una figura “titanica” nella perenne ricerca di una pace interiore che si scontra con le lacerazioni dell’anima, è la riscoperta di un grande intellettuale e soprattutto di un complesso e maturo pittore.

L’importante contributo della Fondazione Potito ha permesso inoltre la realizzazione di un evento parallelo che contribuisce alla delineazione quanto più completa della figura dell’artista. Negli spazi dell’Art Garage, infatti, verranno ospitate opere del pittore; questa esposizione, prende come filo conduttore il volto e la figura per indagare differenti aspetti della poetica e dello stile dell’artista.

Antonio Pettinicchi nasce a Lucito (CB) nel 1925 e muore a Bojano nel 2014.  Si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Lino Bianchi Barriviera e Emilio Notte, avendo come compagni di studio figure quali Armando De Stefano e Luigi Guerricchio. Ha operato tutta la vita in Molise indagando le difficili condizioni sociali ed economiche dei contadini, analizzando, successivamente, le alienazioni dell’uomo moderno e le tensioni e i turbamenti della propria anima.
Voce fuori dal coro, schivo e ritirato nella sua pittura, ha partecipato negli anni Sessanta e Settanta al dibattito artistico in Molise, facendo parte di importanti sodalizi artistici tra i quali si ricorda il Gruppo ’70. La sua attività incisoria e pittorica è testimoniata dalla partecipazione a numerose mostre e rassegne di carattere nazionale e internazionale: quattro edizioni della Quadriennale Nazionale di Roma (tra il 1952 e il 1965), la XXVIII Biennale Internazionale di Venezia, sette edizioni della Biennale Nazionale della Grafica Contemporanea di Venezia (dal 1955 al 1967), numerose mostre in collaborazione con il gruppo degli Incisori Veneti oltre alle cinque edizioni del Premio Termoli, per citarne solo alcune.

Numerose anche le personali realizzate soprattutto nel capoluogo molisano. Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, fra le quali evidenziamo: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Modena, Venezia; Civica raccolta delle stampe Achille Bernarelli, Castello Sforzesco, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Raccolta disegni e stampe, Galleria Uffizi; Museo Puskin, Mosca; Altes Museum, Berlino. Nel palazzo della Provincia di Campobasso è esposto l’intero ciclo dedicato alla Divina Commedia.

Tra i vari riconoscimenti e premi si ricordano: 1950, Premio del Presidente della Repubblica, I Mostra Nazionale d’Arte Giovanile, Roma; 1951, Primo Premio per la Grafica alla Mostra delle Accademie e Belle Arti d’Italia, Napoli; 1952, Premio Borsa di Studio Fagan Purves, Accademia di Belle Arti di Napoli, Napoli; 1958, Primo Premio di Pittura nella Mostra Internazionale Arte Giovanile, Roma; 1961, Premio Asiago alla IV Biennale dell’Incisione, Venezia; 1962, Premio “Paesaggio Autostrada del Sole”, Roma; 1976 Premio alla V Biennale Internazionale della Grafica, Firenze.


Antonio Pettinicchi con Walter Genua alla sua ultima personale a Campobasso


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