A nessuno è dato sapere il segreto sotteso alla rete di eventi nei quali siamo impigliati, perché è la costruzione in-volontaria dell’agire di un numero indefinito di individui in uno spazio s-confinato.
E così la somma del libero arbitrio – sebbene non sia mai troppo libero – di un incalcolabile numero di uomini dà origine al caso-caos, dove ogni cosa fluttua in quel cerchio indistinto che tutto raccoglie: l’imponderabile (la vita e la morte).
Scegliamo così poco della nostra piccola vita – quale strada prendere ad un crocevia, in quale supermercato fare la spesa, se vestirci in rosso o in nero un certo giorno, la piega dei nostri capelli. Tuttavia questo è già abbastanza e può bastare a reinventare un destino. Ogni passo, ogni sguardo, ogni sasso… tutto ha un nome, un odore, un colore… ma ogni forma incessantemente muta al nostro passaggio arreso e ostinato. Gli incroci, le soglie, i confini sono domande sospese nel vento – la valve socchiuse pronte ad accogliere la possibilità. E così tutto ciò che non ha ancora né tempo né luogo si trasforma in evento – un soffio, un pianeta, un’attesa… un qualunque silenzio.
Non esiste una rassicurante (pre)destinazione, un senso, un comodo opportunistico nesso in nessun evento. Eppure ci piace pensare che ogni accadimento ne abbia uno – speciale e unico – cucito su misura per noi da quel sarto paziente che è il tempo, dio, il destino, il nostro volere. Ci piace dare un senso al dolore (la gioia, invece, la accettiamo gratuitamente), che sia la salvezza dell’anima o una più laica occasione per diventare saggi – diversamente significherebbe che noi stessi non abbiamo alcun senso.
Ci uniscono fili sottili simili a tele di ragno – ogni sguardo incrociato anche solo accidentalmente, ogni incontro, ogni perdita. Se veri fili di seta potessero legarci gli uni agli altri, resteremmo soffocati dai nostri stessi sguardi. E in questo labirinto di vite intrecciate tutto è importante, finanche il più piccolo gesto – il dondolio di un insetto sull’erba, il viola delle vene dei polsi, una scintilla di vento. Che nulla si perda di ciò che l’uomo prende e dà. Eppure ogni cosa corre veloce verso un unico punto di non-ritorno. Un movimento costante, implacabile e muto.
Ci piace comportarci come se fossimo eterni ed è difficile guardare le cose da lontano. E’ un lavoro lungo e paziente quello della distanza, che va conquistata con dolore per poter essere felici. La vita, come l’amore, è solo un gioco di prestigio, il trucco non va mai svelato troppo in fretta. Bisogna illudersi che duri per sempre per renderne sopportabile la fine.
Ci piace trovare un senso in ogni cosa, ma non esiste. Ognuno ha da sempre la dannazione e la gloria misurate sulla forza delle proprie ossa – uno scotto da pagare all’esistenza che, in maniera del tutto arbitraria, è talvolta modesto, altre volte insostenibile. Ma c’è un privilegio potente in ognuno di noi: l’immaginazione – la chiave in grado di aprire ogni porta, il pensiero in grado di superare la morte per farla memoria, la capacità di stare dentro gli eventi… vigili eppure abbandonati.Gli artisti ed eventi: T.S.I., MISSPIA, Caterina Notte, EAT-IN, Nicolino Iannaccio, Letizia Lomma, Emanuela De Notaris, Massimo Caterina, Centro Abraxas,Carlo Parente, Azzurra De Gregorio, Nicola Macolino, Art Shake.
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