Toccare terra
Paolo Borrrelli
31 ottobre / 30 novembre 2012
a cura di Silvia Valente
LICEO SCIENTIFICO STATALE A. ROMITA
Via Facchinetti, Campobasso
inaugurazione
31 ottobre 2012 - ore 17,30
conferenza con gli studenti
31 0ttobre 2012 - ore 11,30 - Aula Magna
interverranno
Silvia Valente, Tommaso Evangelista, Paolo Borrelli
Via Facchinetti, Campobasso
inaugurazione
31 ottobre 2012 - ore 17,30
conferenza con gli studenti
31 0ttobre 2012 - ore 11,30 - Aula Magna
interverranno
Silvia Valente, Tommaso Evangelista, Paolo Borrelli
“Molti gesti del passato e molte opere contemporanee prendono spunto dall’eventuale ambiguità dei significati, o dalla precarietà della struttura del pensiero che li muove. Lo sguardo dell’artista attraversa la realtà con la medesima disinvoltura di quello del bambino, si disinteressa delle ripercussioni provenienti dal giudizio esterno e si concentra sull’utopia dell’opera-gioco che egli non considera illusione irraggiungibile, ma necessaria poetica del reale”.
Con queste parole Paolo Borrelli ci proietta in una nuova dimensione esperienziale che, attraverso la pratica sensoria, ci ricongiunge – per affinità elettiva – alle radici della nostra corporeità. “Toccare terra” rappresenta in primo luogo questo: una esigenza artistica volta, con fermezza e decisione, a pratiche di connessione e unificazione. Le opere presentate in questa mostra attraversano periodi differenti, rinnovati linguaggi che attestano una ricerca viva e incessante. Ogni opera definisce un momento e l’attimo della sua imminente cattura. La ricerca segue un andamento politico e l’arte diviene parte integrante dello spazio quotidiano, attingendo al repertorio dei canoni di comunicazione non verbale di matrice contemporanea. Il fruitore è coinvolto in un rapporto di continuità e scambio le cui procedure partecipative lo rendono protagonista nella fase contemplativa ma, ancor più, nella processualità adottata in fase di ideazione e creazione. I luoghi, quelli fisici e quelli della memoria, abbandonano la loro condizione di immagini stereotipate, cariche di fissità e aspettative; questa forza derivatagli dal tempo conferisce loro poteri sconosciuti in grado di ricostruire inedite armonie, oltre l’impressione personale. La dimensione si dilata facendo riacquistare nuova vita alla memoria
passata. Lo scopo è quello di non fornire risposte, ma promuovere e proporre interrogativi in cui il dato interpretativo finale sia il risultato predominante. (Silvia Valente)
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