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domenica 25 novembre 2012

Barbagallo al Maci

"Gli spazi del Maci ospitano circa 20 opere, alcune di grande dimensione, e che rappresentano il percorso artistico dell'autore nell'ultimo decennio. Con Systema Naturae Antonio Barbagallo mostra tutta la sua ambizione mitopoietica, che potremmo accostare alle visioni di Neruda. Una natura vorace ed incalzante lo costringe, una natura che mostra la sua potenza negli slanci e nelle distanze, nella sua energia cinetica e nella sua energia potenziale. Il titolo e' anche ironico: niente piu' della sua arte e' piu' lontano da una tassonomia statica, da un universo fatto nella sua completezza in un solo istante all'inizio del tempo. Il cosmo della sua arte e' una evoluzione tumultuosa, una gemmazione instancabile, dove domina la spirale che e' galassia ed e' conchiglia, genera i cieli ed abita i mari (Italo Nobile)". La personale "Systema naturae" e' a cura di Giorgio Berchicci; inaugurazione sabato 24 novembre alle ore 19 Fruibile fino al 31 gennaio 2013 presso gli spazi dell'Officina della Cultura.

Post che vuole sottolineare l'opera dell'artista, autentico e genuino, che si caratterizza per una interessante, seppur poco originale, riflessione sulla natura delle cose in bilico tra neoconcettuale e arte povera con qualche inflessione desunta dal lavoro sulla memoria di Boltanski. Dimensione intima e universale, il senso e il tempo e quel tentativo di tassonomia in divenire ben sintetizzato dal titolo che riprende il celebre testo di Linneo, punto di partenza della nomenclatura zoologica. Detto questo, senza nulla togliere all'artista, bisogna sottolineare come continui con soldi pubblici l'insensata gestione di uno spazio provinciale dedicato all'arte contemporanea, e che vorrebbe porsi come punto importante nel sistema culturale molisano, ma che, in barba a qualsiasi meritocrazia e curriculum, passa per gestori e curatori inspiegabilmente legati al mondo medico ovvero privi di titoli specifici e competenze aggiornate. Sottolineare l'assenza di una linea critica e curatoriale con relativa mancanza di impatto e incidenza nella realtà cittadina e la sostanziale inutilità, deficitando ricerca di storicità e lavoro sull'ambiente locale, delle mostre proposte che diventano dei buchi nell'acqua e delle autoglorificazioni.

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