Si è spento in queste ore il maestro Gino Marotta, tra le figure più rappresentative dell'arte italiana del secondo dopoguerra e sicuramente tra gli artisti più significativi molisani. Proprio di recente, e ancora in corso, nell'assoluto silenzio della stampa locale si è inaugurata a Roma, nella prestigiosa sede della Gnam, la mostra Relazioni Pericolose dove le sue opere dialogavano con le opere in collezione.
Gino Marotta in un ritratto di Ruggero Passeri |
Influenzato inizialmente da Cagli e Novelli, Marotta si è volto poi a uno sperimentalismo che, pur mantenendosi figurativo, accentua l'aspetto artificiale contro quello naturalistico (esempio tipico i suoi "alberi", strutture bidimensionali di alluminio e plexiglas, ma anche in pietra e in bronzo). Designer di oggetti per l'arredamento, si è fatto conoscere per i preziosi encausti, i bandoni e i piombi realizzati con la fiamma ossidrica. Con Bosco naturale artificiale (1967) è stato presente alla Kunstoffe di Düsseldorf. Considerato uno dei più innovativi scultori italiani, ha preso parte alla retrospettiva (1969) dal titolo "4 ARTISTES ITALIENS PLUS QUE NATURE" con J. Kounellis, M. Ceroli e P. Pascali al Louvre. Ha partecipato a importanti esposizioni internazionali, tra le quali è da ricordare la grande antologica alla Rotonda della Besana, a Milano (1973); inoltre tra le mostre personali va ricordataMetacrilati (2001) al Complesso del Vittoriano a Roma. Ha realizzato scenografie e costumi per il teatro con Nostra Signora dei Turchi di C. Bene (1971) e per il film Salomè (1972). Per Hommelette for Hamlet (1987) è stato insignito del premio Ubu per la migliore scenografia (1988).
http://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Marotta
La galleria l'Aratro, dell'università degli studi del Molise, portata avanti dallo storico dell'arte Lorenzo Canova, e della quale Marotta era direttore onorario, ricorda la scomparsa del maestro presentando un'unica opera al centro della sala, l'opera donata dallo stesso artista alla galleria.
Marotta all'ARATRO |
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