"L’Opera al Nero”
Personale di Pasquale Nero Galante
a cura di Angelo Andriuolo e Francesco Giulio Farachi
testo critico di Tommaso Evangelista
in collaborazione con Nino Barone
progetto grafico di Stefano Ferracci
Inaugurazione sabato 01 Dicembre ore 18.30
01 / 13 dicembre 2012
abstract
Terza mostra personale , in questo 2012, per Pasquale Nero Galante. Officina Solare presenta, per la prima volta in Italia, una piccola ma completa antologica dell’Artista, ripercorrendone tutta la vasta produzione. Dalla prima esposizione all’Accademia di Ungheria a Roma nel 1993 fino alle ultime sue personali a Roma, Istanbul ed Arezzo.
testi critici
da Impressioni di Novembre (tommaso evangelista)
.....il processo appare ancor più interessante poiché in Galante avviene con una gamma cromatica estremamente ristretta (neri, terre, grigi, bianchi) come se alla fine della ricerca il mondo non si riducesse che a pochi elementi, forse sospesi, di certo stratificati. L’immagine ombrosa allora, in bilico tra realtà e sogno, colta nel suo svanire o nel suo formarsi, diventa anche studio particolareggiato del reale come quando Caravaggio andava, come scrive il Baglione, a «ingagliardire gli scuri» per mostrare un «colorito più tinto». Mostrare e negare, quindi, ma senza correre il rischio di cadere in una sorta di gnosticismo di maniera, tanto caro all’estetica post-moderna, per cui spirito e materia sono irrimediabilmente separati e all’uomo non rimane che una materia priva di connotati spirituali, fatta di corpo e sostanza sensibile, da umiliare, quando non da annullare nell’immondo. Si percepisce, certo, una tensione intesa quale scavo non tanto nella realtà quanto sulla superficie della tela, uno scavo attuato attraverso colature, velature, abrasioni, segno e cancellazione del segno, ma l’idea della rappresentazione di una Natura caotica mi sembra un eccesso di nichilismo da evitare. Le immagini ombrose non sono fantasmi o corpi negati bensì visioni sfuggenti e per questo riduttive, come se i limitati colori producessero nella semiluce ferite e non definizioni, come se la forma forse comunque colta e trattenuta e che collassasse solo per debolezza teorica o mancanza di amore. L’immagine apre però alla contemplazione poiché ricrea dal particolare una sensazione universale, o quantomeno percepita come reale; il nervosismo insito nel trattamento apparentemente informe non genera confusi intrecci, senza abbellimenti, bensì ci parla di sensazioni e di non-finito, di elementi tattili da apprezzare nella distanza, di empatia e sublimazione.
da L’opera al Nero (francesco giulio farachi)
I quadri di Pasquale Nero Galante costruiscono l’immagine come emersione e stacco definitivi da ogni corredo d’ambientazione e scenografico, i soggetti sono i soli dominatori della superficie visiva, sottratti e sublimati dai fondi recessi di intangibile assoluto. Ogni immagine è coscienza dell’istante fermato, presa d’atto di uno stato dell’essere chiuso in sé, irrelazionato e irrelazionabile ad altro se non a sé....
da In the Black Mirror (angelo andriuolo)
....Il soggetto non è semplicemente dipinto, ma “vissuto”. L’artista ne penetra l’essenza, ne attraversa le nebbie e ne restituisce l’anima. La direzione non è una ricerca del consenso attraverso un ripetitivo “Dejà vu” o accattivante leziosità, ma esclusivamente, puntigliosamente scoperta di nuovi, inesplorati territori attraverso un mezzo classico quale quello della pittura.
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